Sono queste le indiscrezioni a proposito della valutazione delle prove scritte consegnate dagli aspiranti avvocati napoletani a metà dello scorso dicembre. Prove che hanno riguardato un esercito di praticanti, tutti espressione dell’apprendistato presso studi legali nel distretto di Corte di appello di Napoli. Ma quali sono i numeri che stanno emergendo dalla valutazione condotta dalla commissione formata a Milano? Stando a indiscrezioni ritenute molto attendibili, su 4195 candidati all’accesso alla prova orale, sono stati ammessi solo 1407 praticanti avvocati, pari al 33.5 per cento del totale. Milano avrebbe respinto 2788 praticanti, riproponendo la questione di sempre: quella sulla diversità di valutazione delle commissioni di esame allestite nei distretti di corte di appello italiani, che renderebbe in alcuni casi sbilanciato e non omogeneo l’accesso alla professione forense. Basti fare una considerazione sull’incrocio di valutazioni da Nord a Sud: Milano ha corretto Napoli, che ha corretto Roma, che ha a sua volta corretto Milano. Inevitabile una domanda: sono stati usati gli stessi criteri di valutazione? Si infiamma la polemica da parte degli addetti ai lavori e dai rappresentanti di categoria. Una mobilitazione che punta ad ottenere una proposta di modifica delle prove scritte, con un incontro in commissione giustizia della Camera previsto per il prossimo 12 luglio, su richiesta dell’Unione giovani penalisti di Napoli guidata dal presidente Gennaro Demetrio Paipais, dell’Unione giovani civilisti del presidente Giustino Ferone, e dell’Alpha Lawyers presieduta da Carmine Foreste. (fonte il Mattino)