Anche il crimine esige la sua imprenditorialità. Quando uno ha un’idea che funziona, signori, tanto di cappello. E il buon vecchio Ezra Allen (detto Bill) Miner ne ebbe una che funziona ancor oggi: quella di entrare armato in un posto coi soldi e dire il celebre “hands up!“, “mani in alto!”. Rapine se ne facevano anche prima dell’entrata in scena di Bill, s’intende, ma vuoi mettere essere il primo a pronunciare la frase? Correva l’era dei cowboy, e anche oltre. Per 50 anni, dal 1861 al 1911, Miner fu il terrore delle diligenze e dei treni tra Stati Uniti e Canada. La sua era una vera e propria vocazione: prima rapina a 14 anni! Di lui si dice che fosse un “bandito gentile”, di quelli nient’affatto violenti. Che, se volete, ce lo rende anche romanticamente simpatico, ma provatevi a stare nel Far West sulla carrozza sbagliata e con un revolver piantato in faccia e vedrete quanto è romantico.
Per prenderlo scatenarono una caccia all’uomo formidabile, con tanto di cani. Il suo processo richiamò folle pazzesche, che evidentemente stavano ben più dalla parte del ladro che delle compagnie derubate. Condannato all’ergastolo nel 1906 (l’anno della foto), disse al giudice un’altra frase di quelle celebri: “Nessun carcere può tenermi“. Doveva aver fatto bene i suoi conti, visto che nei successivi quattro anni evase la bellezza di cinque volte, e commise la sua ultima rapina nel 1911, alla balda età di anni 65. Fino a quando lo gettarono in una cella a prova di bomba e buttarono la chiave. Morì nel 1913. La leggenda dice che laggiù, dalle parti della foresta di Silverdale, è ancora sepolto un baule con i frutti delle sue ultime rapine.