La pizza, vuoi per la base di preparazione semplicissima, vuoi per il numero illimitato di gusti e accostamenti con cui si può farcire, è, ormai, diventata una ricetta universale. Dalle gigantesche pizze americane alle pizze\focacce romane, dalla classica Margherita ai più assurdi sapori di ogni angolo del mondo, il nostro piatto tipico ha viaggiato dai forni a legna di Napoli alle più estreme fantasie del mondo intero. Spesso, però, qualche chef esagera.
E’ il caso dello chef Halmat Givra, che, con oltre due mesi di studio e preparazione, ha creato la pizza “più brutta al mondo”. La “Vulcan”, questo il nome del “mostro” culinario, è diventata parte integrante del menù del locale in cui lavora lo chef, la pizzeria Nya Gul & Bla di Pitea, in Svezia. Brutta, ma buona? Di certo la “Vulcan” incontra i gusti di mezzo mondo, quindi di tutti quelli che ritengono la pizza un modo per unire quanti più sapori possibili.
Il piatto si presenta come una stella a sei punte di impasto e, fra ogni punta, una “tasca” di impasto raccoglie un gusto diverso. Al centro si erge il “cratere” di questo “vulcano”: una vasta gamma di salse, condimenti e contorni con cui farcire ogni pezzo di pizza a proprio gusto. Ogni sacca può contenere svariati ingredienti come carne, patatine fritte, formaggio, cipolla e insalata in base a quanto scelto dal cliente. Accostamenti che farebbero inorridire qualunque napoletano, ma che, a quanto pare, soddisfano i clienti svedesi che volentieri pagano i 12 euro previsti dal listino per assaggiarla. Qualcuno, addirittura, su un sito web l’ha definita “la miglior cosa che può capitare all’umanità”. Insomma, mostruosità o meno, chef Givra è riuscito ad imporre la propria creatività su una tradizione sacra, patrimonio del mondo intero.