Cervinara. La Comunità Militante Caudina 321 interviene sulla questione “Canada” con idee chiare. In questi giorni è emerso il problema legato alle condizioni del campo sportivo della cittadina e il Direttivo dei militanti caudini esprime la propria opinione in merito, lanciando delle interessanti proposte: “In un momento di crisi come questo sembrerebbe fuori luogo parlare di una struttura sportiva come quella di Cervinara. Noi siamo convinti, invece, che lo sport sia necessario per la socializzazione per una comunità umana come quella Cervinarese, inserita nel contesto organico della neonata unione dei Comuni Caudini. Cervinara potrebbe essere l’area adatta allo sport della nuova Caudium, per tradizione, esperienza e passione. Il PalaCaudium, che a breve vedrà la luce grazie all’interessamento dell’amministrazione Tangredi, è il primo passo per questo polo sportivo caudino che vogliamo porre all’attenzione di chi di dovere. Un polo sportivo ecosostenibile. Ecco, – dichiara il direttivo della Cmc321- visto che i costi sono elevati e insostenibili per le amministrazioni locali, lanciamo l’idea di progettare e potenziare le strutture sportive comunali con impianti che seguono i principi della BioArchitettura, in modo tale da renderli autosufficienti o addirittura un produttori di energia. In Italia sono poche le realtà che hanno abbracciato queste nuove linee guida, ma i risultati ci sono”. La Cmc321 è al lavoro per proporre un progetto nuovo sia alla giunta cervinarese che all’intera Caudium, per intercettare anche finanziamenti europei che esistono sul fronte dell’ecosostenibilità e dell’impatto zero con l’ambiente, oltre all’energia solare e al risparmio economico per i cittadini. A Ferrara lo stadio ha 60mila pannelli solari, che occupano una superficie di 292mila metri quadrati. I pannelli seguono il movimento del sole per massimizzare l’acquisizione della luce. Lo stadio è capace di produrre 14 megawatt, pari al fabbisogno energetico di 7.000 famiglie. Oltre all’aspetto ecologico, c’è ovviamente anche quello economico. Si attende di fatti un ritorno finanziario quantificabile in oltre un milione di euro a stagione. Ci sono altri casi eclatanti di stadi, anche di enormi dimensioni, che hanno deciso di affidarsi alle energie rinnovabili per fare fronte al proprio fabbisogno energetico. Con queste strutture si evita l’emissione in atmosfera di tonnellate di CO2 ogni anno e con le rinnovabili, tipicamente l’energia solare, si riduce l’impatto ambientale e si guadagna nel lungo termine. Inoltre, gli attivisti suggeriscono agli addetti ai lavori anche un’idea ardita, ma fattibile, ossia “Adotta una zolla dello Stadio Canada”. Un’azione mirata al coinvolgimento attivo di tutta la popolazione nel progetto. Con una piccola somma tutti possono contribuire allo sviluppo. Nel bergamasco già ci hanno provato e qualcosa si sta muovendo. Infine, gli attivisti lanciano un chiaro appello alle istituzioni per evitare polemiche e polveroni inutili: “Lo sport deve unire e solo con l’unità d’intenti potremo costruire il futuro della nostra area, con intelligenza e lungimiranza, scavalcando discorsi faziosi e inutili”.