“In riferimento alla recente lettera inviata dall’on. Famiglietti ai sindaci irpini per “sostenere la più larga diffusione della nuova iniziativa del Governo Renzi per la ristrutturazione delle strutture scolastiche”, è opportuno fare alcune precisazioni di merito. Innanzitutto l’iniziativa governativa è ancora in via di definizione e risale al 2013 con l’emanazione dell’apposito D.L. n. 104. Resta, inoltre, il problema di fondo che la semplice segnalazione delle opere di edilizia scolastica urgente a farsi in assenza di un’aggiornata anagrafe nazionale e regionale delle emergenze significa non aver agito secondo criteri oggettivi e misurabili di urgenza e gravità. Infatti una fonte fortemente accreditata come quella del Censis stima in oltre 20.000 gli edifici scolastici, collocati per lo più nelle regioni meridionali che, a vario titolo, avrebbero bisogno di un serio intervento manutentivo straordinario. Il nuovo piano, concepito con tre principali filoni e con risorse promesse per 1.094.000.000 di euro dovrebbe portare nell’arco del biennio 2014-2015 ad avere “scuole“ più belle (450 milioni di €), ”più sicure” (400 milioni di €) e “più nuove” (209 milioni di €).
Prendendo in esame il capitolo delle “scuole sicure”, evocato nella circolare dell’on. Famiglietti, si può notare come per i finanziamenti di interventi per la messa in sicurezza e a norma degli edifici scolastici (circa 2.480), interventi di bonifica dall’amianto e per la rimozione delle barriere architettoniche, la delibera CIPE prevede tali finanziamenti, destinati alle amministrazioni locali che erano state escluse dagli elenchi precedenti del cd “Decreto del fare” del governo Letta (DL n.69/21.6.2013. nonchè i dal Fondo Sviluppo e Coesione 2007-2013.
L’affidamento dei lavori doveva avvenire entro il 31.12.2014 (scadenza prorogata da quella iniziale del 30 ottobre) e le risorse saranno assegnate e dovranno essere utilizzate nell’anno 2015, per non essere conteggiate nel computo del patto di stabilità. I sindaci e i presidenti delle province sono autorizzati ad operare in qualità di commissari governativi con poteri derogatori rispetto alla normativa vigente.
Per quanto riguarda la Campania su 3.669 progetti, pari a circa 182 miliardi di finanziamento, la parte da leone la fa il capitolo “scuole belle” , quello relativo ai piccoli interventi manutentivi e di abbellimento decorativo realizzato dai LSU con ben il 90% del totale, in virtù del criterio di assegnazione che abbiamo innanzi esposto e che riduce a poche unità scolastiche gli interventi di manutenzione straordinaria o di nuova costruzione.
Nello specifico per il piano “Scuole belle” lo stanziamento previsto di 450 milioni di euro e i criteri di ripartizione non hanno seguito il reale fabbisogno manutentivo bensì quello dell’annoso problema dei lavoratori socialmente utili messi in difficoltà dal ribasso delle quote stanziate bper le pulizie nelle scuole. Il progetto di manutenzione è solo il modo per garantire a questi una sorta di continuità occupazionale così gli istituti scivolano in secondo piano sotto la collaudata tecnica della distribuzione a pioggia, senza considerare gli interventi realmente necessari; importi, in alcuni casi di decine di migliaia di euro, spesi per operazioni marginali, perché solo queste rientravano nelle competenze dei lavoratori da occupare. Il punto non è quello di riconoscere il sacrosanto diritto al lavoro e alla solidarietà sociale alle migliaia di LSU sparsi in tutta Italia ma quello di svelare il grande bluff del Governo che sacrifica la necessità di un reale e mirato piano di manutenzione di edilizia scolastica straordinario in quanto ha bisogno di risorse per coprire il piano di ammortizzatori sociali degli LSU dopo che le aveva negate agli stessi attraverso il dimezzamento dei fondi del Consip.
In Irpinia il Piano di finanziamento presenta:
– per “scuole nuove” il solo comune di Aiello del Sabato per un importo pari a circa 535 mila euro;
– per “scuole sicure” il solo comune di Quindici per un importo pari a circa 340 mila euro;
– per “scuole belle” la totalità dei fondi destinati ai comuni della provincia per importanti che si attestano intorno a tetti pro capiti alquanto modesti.
I dati recepiti dalle autorevoli fonti, come quella di “ANCE-Direzione Affari Economici e Centro Studi“, parlano chiaro, per cui gli annunci relativi ai provvedimenti governativi possono avere anche la loro positiva funzione emotiva ma la conoscenza di una realtà più complessa credo che possa aiutare i sindaci irpini a operare con maggiore senso di equilibrio e realismo, evitando suggestive rincorse al finanziamento dell’ultim’ora che non aiutano di certo a dare lustro a quello che si è presentato come un “Piano di rinascimento” della scuola italiana e che, invece, giorno dopo giorno scopriamo essere solo l’ennesima “grande magia” di questo Governo”. E’ quanto si legge nella nota redatta dall’on. Giancarlo Giordano, della Commissione Cultura, Scienza e Istruzione dellla Camera dei Deputati.