L’abolizione della tassa rifiuti a favore degli agriturismi entri a far parte degli impegni elettorali, un atto concreto per sostenere la multifunzionalità agricola nelle aree rurali. È l’appello di Gennarino Masiello, presidente di Coldiretti Campania, ai candidati alle elezioni amministrative che si terranno in contemporanea con le europee il prossimo 26 maggio. L’equiparazione tra gli agriturismi e gli alberghi nel pagamento della tassa rifiuti è illegittima. Lo sostiene Coldiretti a seguito della pubblicazione di una sentenza del Consiglio di Stato che rappresenta una vittoria dopo lunghe battaglie dell’organizzazione agricola. La federazione regionale di Coldiretti, attraverso il presidente Masiello e il direttore Salvatore Loffreda, di concerto con le federazioni provinciali di Avellino, Benevento, Caserta, Napoli, Salerno e all’associazione Terranostra Campania, si sta attivando per chiedere ai sindaci e ai futuri sindaci di non applicare la stessa aliquota IUC/TARI per alberghi ed agriturismi, l’annullamento immediato della tariffa e un adeguamento normativo del regolamento.
La sentenza del Consiglio di Stato n. 1162 del 19 febbraio 2019 ha affermato un principio importante: l’attività agrituristica non può essere assimilata a quella alberghiera. Quindi anche la tariffa applicata con la Tari non può essere la stessa. La sentenza, confermando la pronuncia di primo grado (TAR Umbria, sentenza n. 77/2018), ha accolto in toto gli argomenti delle aziende ricorrenti.
“Il pronunciamento dell’ultimo grado della giustizia amministrativa – afferma Gennarino Masiello, vicepresidente nazionale di Coldiretti – accoglie una nostra battaglia e sancisce che alberghi e agriturismi sono attività diverse, che non generano la stessa quantità e tipologia di rifiuti e non possono quindi pagare la stessa tariffa. I giudici hanno ricordato come le attività di ricezione ed ospitalità esercitate da imprenditori agricoli siano connesse all’attività agricola principale, contrariamente agli alberghi. L’esercizio dell’impresa agricola – aggiunge – è unico e inscindibile dall’attività agrituristica che per nessuna ragione può essere scissa da quella agricola. Per tale ragione, in difetto di specifiche disposizioni, riteniamo si debbano applicare le norme previste per il settore agricolo. L’agriturismo, a differenza delle altre strutture, è soggetto a restrizioni e condizioni di esercizio uniche, tra cui un limite nei giorni di apertura e nel numero di pasti o presenze complessive annue, il che significa una diversa capacità contributiva rispetto agli alberghi. La stessa produzione di rifiuti è diversa: per le attività agricole si utilizzano imballaggi riutilizzabili, mentre per la ristorazione è obbligatorio l’utilizzo di esclusivo di prodotti propri o delle aziende del territorio, con una considerevole riduzione di rifiuti. I giudici hanno rilevato che i Comuni avrebbero dovuto formulare una tariffa realisticamente proporzionata alla connotazione specifica dell’attività ed all’effettiva capacità di produzione per quantità e qualità dei rifiuti. Per questi motivi chiediamo a chi si candida alle elezioni amministrative di inserire nei propri programmi l’immediato annullamento della IUC/TARI per le attività di agriturismo, regolandone successivamente l’esenzione definitiva. Questa agevolazione aiuta concretamente ad alzare l’asticella dei controlli per smascherare i falsi agriturismi”.