“Il mio paese. Non ho voglia di indulgere ad una nostalgica memoria di ciò che è stato Mercogliano nel passato, prima paese e poi man mano, persino velocemente, sempre più cittadina, troppo cresciuta, alle falde del Partenio. Molte cose sono cambiate, troppe cose trasformate nel corso degli anni, troppe cose peggiorare, moltissime le occasioni mancate, eppure questo paese ha ancore potenzialità per garantire sviluppo ed occupazione, se pur in tempi di crisi. Può ancora avere, insomma, un’attrattiva per i suoi luoghi e per la capacità umana di organizzare situazioni e progetti. La crisi peggiore, però, non certo per caso, investe sopratutto la politica, nel nostro paese, così come a livello nazionale. E’ singolare,del resto, il profondo parallelismo tra la realtà politica locale e quella nazionale. Partiti inespressivi dei bisogni della gente , società civile pressoché assente, volontariato e mondo cattolico, storicamente spina dorsale della nostra comunità, appannati ed isolati. I semi buoni, che certamente ci sono, non germogliano in una realtà collettiva condivisa. ll malessere della nostra era, quelle telematica, anche qui, come del resto altrove, non regala nè gioia nè tolleranza. Il tessuto sociale si è da tempo disgregato,il nostro paese è ormai periferia di qualcosa più che centro abitato vivo e coeso. E’ così che si consumano tante storie tristi o tragiche, così ,partendo da poche considerazioni, che ancor più monta l’angoscia per gli scenari possibili relativamente alle elezioni amministrative di Maggio. Sembra che l’unico elemento in forte crescita sia la disaffezione, scema anche la voglia di discutere, i maggiorenti politici non scuotono le coscienze ed il disincanto regna sovrano; il tempo incombe, ma le scelte più difficili a maggior ragione hanno bisogno del tempo per essere spiegate. Per tutto questo credo che uno dei modi per uscire dall’impasse possa essere costituito dalle primarie del centrosinistra, di tutti quelli che si riconoscono nelle forze del rinnovamento. Potrebbe essere un metodo non solo per individuare un candidato a sindaco voluto dagli elettori ma anche per uscire dalle conventicole, ormai inaridite, che dividono più che unire. Può essere utile, inoltre,convocare un’assemblea pubblica per far emergere proposte, opinioni, anche provocazioni. Serve insomma discutere, qui ed ora, di quale politica mettere al servizio del nostro paese”.
Dott. Antonio Limone