Dante? Era di Milano. E il gelo scende sulla commissione d’esame della maturità. Una maturità decisamente da incubo, quest’anno, non solo per gli studenti presi da ansie e timori ma anche per i loro professori, costretti a sentire strafalcioni da brivido. Veri e propri orrori che, in un secondo, spazzano via mesi e mesi di lezione in classe, tesine, ripassi e mappe concettuali. Chissà infatti che cosa avranno provato i docenti della commissione d’esame che, in una scuola di Nuoro, si sono rivolti allo studente con una semplice domanda – chi è Dante Alighieri – scelta magari proprio per rendergli la vita facile e rompere il ghiaccio, sentendosi rispondere: “Dante è un poeta milanese”.Avranno provato una fitta allo stomaco o qualcosa di simile. Ma è solo un esempio, a raccogliere gli orrori della maturità del 2018 è il sito Skuola.net, punto di riferimento degli studenti soprattutto per quel che riguarda la maturità. E la classifica delle castronerie, dette dai ragazzi al cospetto dei docenti, è decisamente lunga. Basti pensare che il capolavoro di James Joyce “Gente di Dublino”, tradotto in tutto il mondo, sarebbe inspiegabilmente ambientato a Londra: tanto basta, in sede d’esame, per bloccare per sempre il flusso di coscienza. Mentre l’ideale dell’ostrica, come visione del nucleo famigliare tanto caro a Giovanni Verga, per i maturandi più distratti si è trasformato improvvisamente in una complicata “storia della cozza”.
Sempre di mare si tratta. Ma, a proposito di Verga, c’è da dire che probabilmente è lui l’autore più maltrattato dagli studenti, visto che i suoi celebri “Malavoglia” altro non sarebbero che i protagonisti di un libro di Gabriele D’Annunzio. Lo stesso D’Annunzio che a sua volta, sempre secondo uno studente, sarebbe un noto “estetista”. E chissà allora il poeta, che di estetismo se ne intendeva soprattutto nel linguaggio, cosa avrebbe risposto all’impavido studente. Ce n’è abbastanza per far cadere il professore dalla sedia. Ma in realtà non basta perché oltre alla letteratura, presa a pugni da Nord a Sud, è stata massacrata anche la storia visto che le “Brigate rosse” per i ragazzi del quinto anno, che evidentemente di storia del ‘900 ne sanno davvero poco, sarebbero un movimento nato nel ventennio fascista.
Nello stesso periodo quindi in cui Adolf Hitler teorizzava e puntava deciso allo sterminio della razza ariana, non degli ebrei. E qui il revisionismo storico c’entra davvero poco. E’ proprio la storia a dover essere rivista, direttamente sui libri di testo. A proposito di Hitler e di sterminio, un’altra maturanda si è chiesta ad alta voce chi fosse l’autore del “Diario di Anna Frank”. Roba da cruciverba sotto l’ombrellone. Verrebbe quasi da sorridere per l’ingenuità dimostrata, se non si trattasse di un tema delicatissimo. Un tema di cui, peraltro, si è parlato molto durante l’anno scolastico a causa dell’uso che alcune tifoserie hanno fatto dell’immagine della giovane ebrea, per deridere l’avversario sugli spalti dello stadio. Ma niente, quel volto e quella triste storia non sono riusciti a lasciare il segno neanche con le polemiche che ne sono seguite.
Qualcuno se la prende poi anche con la Gioconda, definita come il celebre dipinto di Giotto, mentre Nerone viene ricordato al centro della congiura dei Pistoni al posto di quei Pisoni che, guidati da Gaio Calpurnio Pisone, provarono a uccidere l’imperatore romano. Per non parlare poi delle perle di geografia che, con un colpo di spugna, stravolgono confini, città e regioni nonché Paesi internazionali: c’è chi ha avuto infatti il coraggio di dire che il Giappone confina con la Polonia. Ma è in ottima compagnia visto che qualcun altro ha rincarato la dose assicurando che Torino è il capoluogo della Toscana e l’Umbria è una città vicina ad Assisi. C’è stato anche chi, in nome della sincerità, non ha voluto lanciarsi in risposte azzardate e quindi alla domanda “Quante sono le regioni in Italia?” ha preferito rispondere schiettamente “Boh”.
Un monosillabo che fa comunque venire i brividi, trattandosi della risposta di un ragazzo al quinto anno di scuola superiore. E chissà quante risatine tra i banchi quando una ragazza, alla domanda “qual è il nome della pratica con cui ci si fa del male da soli”, invece di rispondere con il termine “autolesionismo” ha preferito tentare con “autoerotismo”.
Niente paura, gli strafalcioni per quanto terribili siano probabilmente non fermeranno nessuno: ogni anno infatti alla maturità viene promosso il 99,5% degli ammessi all’esame. E allora gli strafalcioni che fine fanno? Finiscono negli annali, quelli da dimenticare.