L’escalation di violenza continua senza sosta nei penitenziari della regione e a farne le spese e sempre e solo la Polizia Penitenziaria… il PRAP e il DAP nulla hanno fatto per mettere in campo un piano di contromisure efficaci rispetto alla crescita del fenomeno che è sempre più diffuso nei penitenziari della Campania. Oggi non si può più lavorare in queste insopportabili condizioni, troppo garantismo per gli utenti ristretti., lo Stato deve dimostrare la sua forza in determinate circostanze, i violenti che aggrediscono Poliziotti Penitenziari e operatori dei diversi profili sovvertendo talvolta anche l’ordine democratico e infrangono le regole penitenziarie comprese evasioni tentate o eseguite, continuano a godere dei lori diritti senza subire alcuna sanzione disciplinare severa che preveda oltre l’isolamento e/o esclusioni delle attività in comune, anche il trasferimento in altra regione a dichiararlo e il Segretario Regionale OSAPP Vincenzo PALMIERI. Continua PALMIERI-come già annunciato con precedenti comunicati e fiumi di parole, si prevede un’estate rovente, il ripetersi di situazioni di criticità che colpiscono la Polizia Penitenziaria e il sistema, pregiudicano la sicurezza, ovviamente, a farne le spese è sempre e solo il personale che vigila e opera in condizioni di insicurezza estrema senza strumenti di difesa con l’ansia di essere offeso e aggredito a causa carenza organica per eseguire i compiti istituzionali non solo custodia aperta e vigilanza dinamica che dovrebbe essere rivista nelle sue modalità operativa e potenziata ancora di più attraverso supporti tecnologici e non sostituire il Poliziotto. Sebbene il DAP ha tentato timidamente di superare le svariate difficoltà esistenti attraverso indicazioni operative e ordini formali trasmessi ai Provveditorati Regionali, circa le nuove modalità sull’esecuzione della pena, nel contempo i vertici dell’Amministrazione e quelli che hanno responsabilità politica, si sono preoccupati solo di evitare ulteriori sanzioni economiche da parte dell’Europa, tutto ciò non è bastato, bisogna modificare la legge, bisogna investire di più sulle strutture e sugli strumenti, bisogna stanziare maggior fondi per la funzionalità del sistema, bisogna modificare le procedure sanzionatorie irrigidendole prevedendo altre forme di sanzioni che siano da deterrente rispetto al dilagante fenomeno aggressivo, bisogna deflazionare i carceri e ridurre sovtaffollamento attraverso ampliamento delle misure alternative, bisogna aumentare l’organico di Polizia Penitenziaria in tutti i ruoli e di tutte le altre figure professionali in particolare all’area pedagocica e quella sanitaria che orbitano nel sistema carcere e che contribuiscono allo scopo finale del mandato istituzionale a cui è chiamata l’Amministrazione Penitenziaria, bisogna rivedere legge Madia in tema di organici,oggi si registra una carenza di circa 5000 unità, solo in Campania 750 Poliziotti in meno tenuto conto anche dei prossimi pensionamenti. Il Ministro della Giustizia On. Alfonso Bonafede, componente dell’attuale esecutivo appartenente alla Politica del cambiamento nulla ha fatto per cambiare niente, anziché occuparsi di altro farebbe bene a interessarsi del pianeta carceri e della tutela del personale di Polizia Penitenziaria come lo fa egregiamente il Ministro dell’Interno On. Matteo Salvini, così come giustamente si è preoccupato di dare corso alle modifiche del codice penale, codice procedura penale e dell’ordinamento penitenziario in alcune parti (garanzie relative alla disciplina sull’utilizzo dei collegamenti audiovisivi per favorire le relazioni familiari dei detenuti condannati per i reati di criminalità organizzata, terrorismo, eversione e quelli sottoposti al regime del 41bis e dei circuiti penitenziari di “Alta Sicurezza” e le video conferenze etc…), utile da un lato ma non efficaci per reprimere comportamenti violenti e oltraggiosi nei confronti dei Poliziotti da parte dei ristretti, nonostante tutto ruota intorno al loro interesse e al rinserimento sociale come prevede la Costituzione, tra l’altro questi nuovi servizi aggravano ancora di più il lavoro negli istituti con lo stesso personale senza integrazione alcuna. Al personale TUTTO, come segreteria regionale e generale va la nostra vicinanza,la nostra solidarietà e il nostro ringraziamento per il lavoro svolto nonostante le difficoltà che si registrano, faremo l’impossibile per stare a vostro fianco e migliorare il sistema lavorativo battendoci ogni giorno senza sosta con gli organoi Politici e Amministrativi regionali e Centrali affinchè non venga sottratto oltre il diritto anche la dignità degli uomini e delle donne della Polizia Penitenziaria al servizio dello STATO per garantire sicurezza……noi vogliamo solo la normalità.