Il problema della povertà non affligge più solo l’Africa, e tutti gli altri paesi, che insieme a questo, godono di un aggettivo detto “paese del terzo mondo”. Non solo più queste zone sono afflitte da una povertà insaziabile ma anche nel nostro, vi sta sempre di più dilagando. E’ proprio riguardo al nostro paese Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si fa portavoce del grande disagio sociale che colpisce intere famiglie con numeri elevati di figli o anziani che devono far conto solo sulla loro esigua pensione. Infatti, l’Italia è tra i paesi europei che, tra il 2008 e il 2015, hanno registrato i maggiori aumenti del rischio di povertà ed esclusione sociale. Lo ha reso noto oggi (lunedì) Eurostat. I dati parlano di una crescita di 3,2 punti percentuali, che collocano l’Italia al quarto posto, alle spalle di Grecia (più 7,6), Cipro (più 5,6) e Spagna (più 4,8). La vicina penisola figura al settimo posto tra i 28 per la percentuale di popolazione in difficoltà (28,7%). In Italia i poveri sono quindi cresciuti, negli ultimi sette anni, da 15 milioni a quasi 17,5 milioni. In Europa, invece, la tendenza si è invertita e i livelli sono ritornati a quelli precrisi(con il 23,7%) nel 2015, esattamente lo stesso valore del 2008. In base alla fotografia scattata da Eurostat, i paesi con la popolazione più povera, oltre un terzo, sono Bulgaria (41,3%), Romania (37,3%) e Grecia (35,7%), seguite da Lettonia (30,9%), Lituania (29,3%) e Cipro (28,9%) e, al settimo posto, dall’Italia (28,7%), a sua volta seguita dalla Spagna con una percentuale simile.