Un falso medico casertano scoperto ed arrestato dalla Guardia di Finanza di Avellino. L’attività si inquadra nell’operazione di polizia convenzionalmente denominata “Terapia d’urto”, avviata, nel giugno scorso, dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Avellino (Sezione di P.G. presso la Procura di Avellino e Sezione Tutela Economia), a carico di una donna originaria della provincia di Caserta, all’epoca dei fatti residente in provincia di Avellino, indagata, a vario titolo, per esercizio abusivo della professione, truffa ai danni dello Stato e plurime falsità ideologiche e materiali.
All’esito delle indagini e dei capillari accertamenti economico-patrimoniali e bancari, in pochi mesi gli investigatori hanno anzitutto accertato come, nel corso del 2017, la donna fosse riuscita ad iscriversi all’Albo dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Avellino, producendo documentazione contraffatta, allo scopo di indurre in errore la Commissione dell’Ordine professionale che, nelle more, aveva emesso il tesserino d’iscrizione, tuttavia mai ricevuto dall’indagata proprio grazie al tempestivo sequestro operato dai finanzieri.
L’articolata attività info-investigativa ha, inoltre, consentito di documentare che, tra il novembre del 2016 ed il maggio del 2017, l’indagata era riuscita ad iscriversi ad un’associazione medica privata di Napoli ed a svolgere la professione medica presso una casa di cura convenzionata con il S.S.N., anch’essa napoletana, producendo una laurea in Medicina e Chirurgia e un’abilitazione professionale, poi, risultate false.
Alla luce degli indizi raccolti, è, altresì, emerso che, nei sette mesi di collaborazione con la clinica napoletana, la donna aveva normalmente assolto i propri compiti, durante i quali, tra l’altro, aveva effettuato controlli sanitari sui pazienti ricoverati, prestato cure mediche, compilato cartelle cliniche, prescritto e somministrato farmaci cd. “importanti” (antipsicotici, antiepilettici, ansiolitici etc.) e, in alcune occasioni, certificato il decesso di pazienti ricoverati.
L’approfondita analisi delle centinaia di cartelle cliniche, predisposte e sottoscritte dal falso professionista, opportunamente comparata con le risultanze delle indagini economico-patrimoniali, ha permesso di rilevare le effettive presenze ed i relativi prospetti dei compensi che la casa di cura regolarmente corrispondeva, mediante bonifico su conto corrente personale dell’indagata.
Nel corso delle investigazioni, i finanzieri hanno proceduto alle acquisizioni documentali presso gli Enti pubblici e privati coinvolti, alle audizioni delle persone informate sui fatti-reato per cui si procede, nonché a sequestrare la domanda di iscrizione all’Albo professionale; il certificato di laurea; l’attestazione del conseguimento dell’abilitazione all’esercizio della professione; il tesserino di iscrizione all’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Avellino.