L’effetto placebo può realmente funzionare in alcuni casi? E se sì, in che modo? E ancora, esclusivamente in maniera temporanea o anche protraendosi nel tempo? L’argomento è motivo di dibattito e, da oggi, alla discussione si potrà aggiungere un nuovo elemento: quello deducibile da uno studio condotto dall’università di Cincinnati e reso noto attraverso un paper pubblicato dalla rivista Neurology.
Il nuovo lavoro, infatti, dimostrerebbe che il potere dell’effetto placebo risulterebbe decisamente incrementato se il placebo in questione è spacciato per un farmaco particolarmente costoso. Gli studiosi hanno condotto un esperimento su 12 pazienti affetti da Parkinson, verificando come la consapevolezza di star assumendo un medicinale più caro migliori decisamente le funzioni motorie rispetto a quanto accade quando si prende un farmaco ritenuto più economico. Per dimostrarlo, i ricercatori hanno detto ai partecipanti che avrebbero ricevuto una iniezione di due formulazioni diverse di uno stesso farmaco dalla medesima efficacia: solo che una costava 100 dollari e l’altra 1.500. Nella fattispecie, si trattava in entrambi i casi di dosi di soluzione salina senza alcun principio attivo.
I pazienti che avevano ricevuto il farmaco che avrebbe dovuto essere più costoso, in effetti, hanno migliorato le funzioni motorie oltre il doppio rispetto a coloro ai quali era stato somministrato il medicinale meno caro; anche quest’ultimo, comunque, aveva avuto una sua “efficacia”, portando ad un miglioramento pari al 28%.