Torna il Crocifisso Ritrovato a Salerno e con esso, puntualmente, l’utilizzo e l’esposizione di animali nel cuore della città. Non si è fatto in tempo a gioire per l’assenza dei falconieri in questa edizione (è infatti dal 2011, anno che ha visto tensioni sfociate durante un volantinaggio, che gli attivisti di ‘Veg in Campania’ chiedono all’amministrazione comunale di non concedere più né l’autorizzazione, né il patrocinio, a questo genere di spettacoli, una delle tante manifestazioni di sopraffazione dell’uomo sulle altre specie) che ritroviamo, in piazza Sant’Agostino, una “fattoria didattica” organizzata con Coldiretti Salerno. Il programma ufficiale recita: “Altra grande novità, di grande valore didattico in una società urbana dove i bambini ignorano del tutto il rapporto con la terra e la campagna, dove si producono i prodotti primari, è la ‘fattoria degli animali’, che verrà allestita in piazza Sant’Agostino, in collaborazione con Coldiretti Salerno: ci saranno conigli, galline ovaiole, poi maialini, bufalotti, agnellini e vitellini”.
Una nota, quella Bottega San Lazzaro, che lascia perplessi. Partiamo dal presupposto che le fattorie sono aziende agricole in cui si producono ortaggi, olio, vino, frutta, ma anche carne, latte, formaggi, uova e miele. Quando queste prevedono un’apertura al pubblico con scopo dimostrativo, degustativo e ludico, sono denominate appunto “fattorie didattiche”, in cui vengono organizzate visite guidate agli ambienti lavorativi, incontri con gli animali e laboratori. Un idialliaco scenario, tranne per quel che riguarda la solita “questione animale”. Scopo della fattoria didattica, infatti, è mostrare come stanno bene gli animali e, di conseguenza, com’è buono il prodotto che ne deriva. Peccato che tutto questo si chiami sfruttamento. Animali al servizio dell’uomo sotto una veste di tradizione e apparente benessere.
In piazza Sant’Agostino troviamo animali, tutto sommato, in buone condizioni, accarezzati dai visitatori (sebbene visibilmente stressati dalle urla dei bambini e da bande musicali e trombonieri che continuamente passano loro accanto), ma che non sono fuori dal circuito dello sfruttamento animale. Si tratta soprattutto di cuccioli di “animali da reddito”, ben lontani da quelli che è possibile incontrare in un rifugio antispecista. Nei santuari senza scopo di lucro, infatti, ci si trova al cospetto di animali liberati, che non sono oggetto di divertimento ed intrattenimento. Si insegna agli ospiti, adulti e bambini, il rispetto nei loro confronti: nessuno sale in groppa al cavallo, non si rincorrono le galline, non si strapazzano i cani. Li si osserva, li si accarezza delicatamente e si attende che siano loro a cercare noi.
Ai bambini che “ignorano del tutto il rapporto con la terra e la campagna”, come da comunicato dell’organizzazione di questa edizione del Crocifisso Ritrovato, bisognerebbe anche chiedere se, secondo loro, gli animali in fattoria sono davvero felici di dare il proprio latte, le proprie uova e spesso, il proprio stesso corpo. Bisognerebbe far presente ai bambini che, dopo averci passato del tempo insieme, sono ancora disposti a mangiare una fetta di salame, una bistecca, un pezzo di pecorino o un bicchiere di latte rubati a quegli stessi animali. Quando i bambini sono educati all’empatia, al rispetto dell’inalienabile diritto alla libertà e ad una corretta interazione uomo-animale, sono i primi a disertare questo genere di manifestazioni. A differenza dell’amministrazione comunale di Salerno, che ancora una volta, constatiamo, le avvalora invece con la presenza, addirittura, del primo cittadino in visita alla fattoria didattica.