Un uomo è rimasto infettato dal graffio del suo gatto malato e ha contratto la cosiddetta «febbre dei conigli». Dopo una settimana di febbre alta all’improvviso sono spuntati degli orribili rigonfiamenti sul viso e sul collo. Stava cercando di salvare il suo gatto che aveva contratto una leucemia felina. L’uomo è stato contagiato da Francisella tularensis, un batterio che provoca la tularemia ghiandolare, una malattia conosciuta anche come «febbre dei conigli».
I sintomi si sono manifestati due giorni dopo il decesso del gatto e peggiorati nell’arco di due mesi. La vicenda, avvenuta nel Missouri, è stata resa nota dal New England Journal of Medicine. «È probabile che il batterio sia stato trasmesso attraverso un graffio o un morso mentre l’uomo faceva le punture per curare il suo gatto», spiegano i medici nel rapporto.
Gli esperti parlano di un’infezione molto rara negli esseri umani, con circa 100-200 casi negli Stati Uniti ogni anno. Il paziente è stato trattato con doxiciclina per 4 settimane e i rigonfiamenti sono migliorati nel giro di 5 giorni per poi risolversi in 3 settimane.