di Vincenzo Serpico (Dirigente Scolastico Ist. “Giovanni XXIII”)
La società civile professa la necessità di curare le coscienze, soprattutto delle giovani leve, attraverso una giusta sottolineatura della storia che viviamo e di quella che abbiamo vissuto. I partiti politici, i sindacati, le forze progressiste, dovrebbe migliorare il livello di coscienza in riferimento a festività come quelle del 1 Maggio. Festività nello stato italiano che non rappresenta soltanto la festa di una parte, il riconoscimento di una parte, ma la stigmatizzazione di un problema reale, quello del lavoro, la sicurezza sul lavoro, il lavoro a chi non ce lo ha, un lavoro certo per tutti, insomma l’acquisizione di un diritto. Sembra strano che forze politiche, sindacati, amministrazioni comunali come quelle di Mugnano del Cardinale, Quadrelle, Sirignano, Sperone, Avella e Baiano, disconoscono completamente questo appuntamento non organizzando assolutamente nulla. E sembra altresì strano che fondazioni e circoli culturali non trovino il tempo ed il modo per mettere in piazza la “Festa dei lavoratori”. E’ vero che per un trend politico attuale, probabilmente è in corso una sorta di sordina ideologica nei confronti di certe festività. Lo stesso 25 aprile, festa della Liberazione, è passata sotto voce se non per qualche manifestazione pubblica che però, ci è permesso dire, ha uno strano retrogusto di revisionismo, sarebbe il caso insomma di rischiara di avere piazze semivuote e teatri non pieni ma di organizzare pubblicamente delle manifestazioni che ricordino il percorso della Repubblica Italiana, che è un percorso storico che va riconosciuto e va rinforzato nei giovani mettendo i puntini giusti su festività come quelle appena trascorse o incorso d’opera. Mi auguro che lo stesso disconoscimento non avvenga per il “2 Giugno” e chi ha dovere, pubblico e privato, si organizzi affinché la Festa della Repubblica sia riconosciuta come la festa di tutti gli italiani e non soltanto per piccoli eventi.