La settima edizione di Flussi media arts festival continua anche oggi, sabato 29 agosto. La giornata sarà aperta alle ore 19 dalle installazioni distribuite tra gli spazi della Casina del Principe e la terrazza del Teatro. Sempre tra Casina del Principe e Carcere Borbonico, invece, saranno proiettati, dalle ore 17, gli screenings selezionati in collaborazione con il festival Laceno d’Oro e il Retina Festival di Roma.
Ancora dalle ore 19 la Casina del Principe darà spazio alle performance di Andrej Zaleski, Ute Wassermann (evento speciale),Erikm. La location, provvista di impianto quadrifonico, è luogo ottimale per l’ascolto dei live in una dimensione avvolgete.
A partire dalle ore 22:00 il festival sposterà l’attenzione sul Belvedere del Teatro Carlo Gesualdo. Mia Zabelka aprirà la serie di live del Main Stage: una violinista d’avanguardia che crea musica ammaliante e sensuale.
I progetti di Mia Zabelka mostrano la sua eccezionale maestria e una profonda comprensione del violino, sia esso acustico o elettrico, in solo o come parte di un collettivo.
Sarà poi la volta di John Chantler & Stefano Tedesco: Chantler è un compositore Australiano che nel corso della sua carriera artistica ha vissuto in Giappone, nel Regno Unito – a Londra è divenuto uno dei punti di riferimento delle serate del Cafe Oto – e infine in Svezia dove ha lavorato nel prestigioso centro di ricerca Elektronmusikstudion di Stoccolma per approfondire l’utilizzo dei grandi sintetizzatori Serge Modular e Buchla 200.
A Flussi Chantler presenterà un inedito duo con il vibrafonista e sound artist ligure Stefano Tedesco, già noto per le sue collaborazioni con importanti nomi della scena improvvisativa internazionale (Otomo Yoshide, Eddie Prevost, David Toop, Andrea Belfi) che lo hanno portato a esibirsi su importanti palcoscenici europei, nonché per la sua attività di curatore.
A seguire la performance dell’ artista olandese TokTek, moniker dietro cui si cela il musicista e artista visivo Tom Verbruggen. Oltre che a costruire i propri strumenti, TokTek, è anche un improvvisatore: sintetizzatori, giocattoli e computer trasformati in strumenti, con i quali riesce a dare vita a potenti composizioni live, che sfumano talvolta in delicati e teneri momenti sonori. Il suo approccio eclettico all’elettronica è stato descritto come “illogical hardware bending”, per il modo quasi illogico di trasformare gli hardware. Tom Verbruggen progetta e decostruisce i propri strumenti elettronici, dando alla sua musica un carattere unico che gli permette di improvvisare dal vivo sul palco con l’aiuto di un joystick – il pezzo centrale del suo set-up dal vivo.
Edwin van der Heide chiuderà la sera di sabato 29. Van der Heide incarna l’antica figura dell’artista-inventore, e se ne fa portavoce nell’epoca dei nuovi media e delle tecnologie digitali con originalità e ingegno.
Artista olandese con alle spalle studi di Sonologia presso il Royal Conservatory de L’ Aja, e di Tecnologia musicale allo HKU di Utrecht, lavora nel campo del suono, dello spazio e dell’interazione. E’ difficile collocare il suo lavoro tra le discipline tradizionali, in quanto si muove sui confini e sugli intrecci dei differenti media utilizzati, spaziando tra il sound design e la media art nel suo senso più ampio.
A Flussi 2015, Edwin Van Der Heide presenterà, in anteprima per il sud–Italia, LSP (Laser Sound Performance) performance basata sulla relazione tra luce e suono nello spazio. Combinando la luce dei laser con un sottile strato di fumo diventa possibile proiettare nello spazio tridimensionale, superando i limiti della classica proiezione video bi-dimensionale.