Nel pomeriggio di oggi, per alcune strade di Avella si è svolto un corteo con un chiaro messaggio: “No al 5G nel nostro centro urbano”. L’evento, organizzato dal Comitato “No 5G”, ha visto la partecipazione di decine di cittadini uniti nell’opposizione all’installazione di antenne di telefonia 5G nel cuore della loro comunità.
Il Comitato “No 5G” è emerso come una voce forte e determinata nel territorio avellano, mirando a sensibilizzare la popolazione sull’importanza di opporsi con forza alla proliferazione delle antenne. In particolare, l’attenzione si è concentrata su tre potenziali siti di installazione: via Pace, via Carmignano/Pirandello e via Santo Jacopo.
La tensione è palpabile ad Avella, dove la comunità si trova ad affrontare una decisione che potrebbe avere ripercussioni significative sulla qualità della vita e sulla salute pubblica. La sospensione dell’installazione dell’antenna in via Santo Jacopo, decisa dal Tar in risposta a un ricorso presentato da alcuni residenti determinati, ha alimentato speranze e incertezze. La decisione del Tribunale Amministrativo, attesa nei prossimi giorni, potrebbe delineare il futuro di questa controversia.
Alla manifestazione hanno preso parte non solo cittadini preoccupati, ma anche figure istituzionali di rilievo, tra cui il sindaco Vincenzo Biancardi e il suo vice Anna Alaia, insieme alla consigliere di opposizione Chiara Cacace. Il corteo, partito dalle zone cooperative con uno striscione inequivocabile “No alle antenne 5G in paese”, ha raggiunto il palazzo Baronale, dove si è tenuto un momento di confronto e di riflessione.
Le voci dei leader del Comitato “No 5G”, del sindaco e della sua vice hanno ribadito l’importanza di difendere il territorio e la salute dei cittadini. È emersa la frustrazione per le limitate prerogative dell’ente comunale, costretto a fronteggiare autorizzazioni che sembrano ignorare il coinvolgimento e il parere della comunità locale.
In questo momento cruciale, Avella si trova di fronte a una scelta che va oltre le questioni tecnologiche: è una questione di diritti, di partecipazione democratica e di tutela della salute pubblica. La fiaccolata è stata solo il primo passo di una mobilitazione che si prefigge di dare voce ai cittadini e di difendere il loro diritto a un ambiente sano e sicuro.