Nei 52 articoli del decreto sulla ‘Buona Scuola’ che dovrebbe arrivare già la settimana prossima in discussione a Palazzo Chigi, nel corso del prossimo Consiglio dei Ministri, ci potrebbe essere una novità della quale si parla ormai da settimane e che ha diametralmente diviso non solo il giudizio dei docenti, ma anche quello degli stessi studenti. Verrà in sostanza introdotto un vero e proprio test di valutazione dei docenti da parte degli studenti.
Due i livelli di valutazione: nelle scuole primarie e medie, a essere inseriti nel comitato di valutazione saranno i genitori, mentre a partire dalle superiori saranno direttamente gli studenti a dare la loro valutazione. La proposta è arrivata dal sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone, secondo il quale il test di valutazione deve essere nazionale e rivolto ai prof da tutti gli studenti degli istituti superiori alla fine dell’anno scolastico.
Il test di valutazione è già in via di sperimentazione in Trentino, dove Lorenzo Borga, un rappresentante degli studenti, ha provato a spiegare a un quotidiano locale in che cosa consiste: “Il questionario non è tanto uno strumento di valutazione, ma è uno strumento di feedback di ulteriore dialogo tra professori e docenti”. Decisamente negativo invece il giudizio di Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti: “Non abbiamo bisogno di una patina di democraticità, di contentini o di poltrone da occupare in organi non paritetici e pensati per legittimare la premialità e la competitività”.
Lampis accusa: “Non accettiamo che la rivendicazione storica del movimento studentesco di una valutazione dei docenti da parte degli studenti, pensata per consentire a questi ultimi di potersi esprimere sulla didattica e sull’effettiva qualità del processo formativo e per poter quindi contribuire attivamente al miglioramento complessivo della realtà scolastica, venga utilizzata strumentalmente dal Governo per alimentare una guerra tra poveri all’interno delle nostre scuole e continuare a produrre classifiche degli istituti e del personale”.
Per Giulio Anni, segretario nazionale del Movimento studenti di Azione cattolica, “la proposta del sottosegretario Faraone va nella direzione di una scuola come luogo di vera partecipazione studentesca, il che non può che essere positivo”. C’è però una questione: “La possibilità di dar via a un ‘voto di scambio’ è il motivo per cui la valutazione non deve portare con sé una competizione; il professore potrebbe essere portato ad attribuire dare voti alti, a essere troppo accondiscendenti per veder aumentare la propria valutazione”. Da parte loro, alcuni insegnanti, chiamati in causa, si limitano a commentare: “Ne vedremo delle belle”.