Sospesa la vendita dei voucher dal mese di aprile, si apre una scenario di incertezza per i lavori stagionali nei campi. È quanto afferma Gennarino Masiello, vicepresidente nazionale di Coldiretti e presidente della federazione regionale campana. Siamo in una fase delicata – commenta Masiello – con l’inizio della raccolta per la frutta, le orticole e il tabacco. Opportunità di lavoro che salteranno per migliaia di giovani, pensionati e cassa integrati che potevano guadagnare somme utili per lo studio, per le vacanze o per sostenere il reddito familiare. Pur senza entrare nella querelle sulla giustezza o meno di quello strumento, è del tutto evidente che occorre immaginare e legiferare su un vuoto che si è creato. Occorre una soluzione ex novo che consenta di offrire lavoro in maniera pulita, chiara e trasparente, senza mettere in difficoltà le imprese agricole dove la stagionalità è antica come il mondo. Il rischio è che il vuoto venga riempito da distorsioni ben più gravi.
L’impiego dei voucher in agricoltura – sottolinea la Coldiretti – è stato pari ad appena l’1,6% del totale, praticamente stabile da cinque anni perché è l’unico settore rimasto praticamente “incatenato” all’originaria disciplina “sperimentale” con tutte le iniziali limitazioni, solo lavoro stagionale e solo pensionati, studenti e percettori di integrazioni al reddito. In agricoltura sono stati venduti nel 2016 solo 2.210.440 voucher, addirittura in calo rispetto all’anno precedente e più o meno gli stessi del 2012, per un totale di oltre 380mila giornate di lavoro che hanno aiutato ad avvicinare al mondo dell’agricoltura giovani studenti e a mantenere attivi molti anziani pensionati nelle campagne senza gli abusi che si sono verificati in altri settori. Occorre ora individuare una valida alternativa perché, con l’abrogazione della disciplina del voucher, il sistema agricolo è stato doppiamente penalizzato in quanto, se da una parte non si riscontravano nel settore indizi di abnorme e fraudolento utilizzo da dover correggere, dall’altra certamente – conclude la Coldiretti – l’intero percorso di emersione intrapreso dal 2008 ad oggi rischia, in assenza di interventi adeguati, di andare perduto.