Per il nuovo redditometro ancora dubbi di legittimità dalla giustizia tributaria. Stavolta sul banco degli imputati è finito l’intero decreto ministeriale del 24/12/2012, dichiarato in aperto contrasto sia con la legge ordinaria sia con la carta costituzionale e i principi comunitari. A sostenerlo è la sentenza n.117 emessa il 10 luglio scorso dalla commissione tributaria provinciale di Campobasso. Diversi gli elementi di criticità sui quali i giudici del capoluogo molisano fondano il loro giudizio di illegittimità del decreto attuativo del nuovo strumento di accertamento del reddito delle persone fisiche. In primo luogo l’utilizzo delle stime messe a punto dall’Istat. L’attività svolta dall’istituto nazionale di statistica e i dati dallo stesso messi a punto hanno finalità che esulano dal campo fiscale. Nonostante ciò, si legge in sentenza, il regolamento attuativo, in evidente contrasto con la sua fonte primaria (art.38 Dpr 600/73), utilizza proprio le stime dell’Istat come parametro per determinare le spese medie delle famiglie italiane.