La diffusione del gioco d’azzardo in Campania sta raggiungendo livelli che preoccupano le istituzioni regionali e gli operatori sanitari addetti alla cura e prevenzione delle ludopatie.
Il Libro nero dell’Azzardo 2024 è una pubblicazione con cadenza periodica annuale promossa da CGIL e Federconsumatori; riporta i dati relativi al fenomeno del gioco d’azzardo, fisico e online. Come è facile immaginare, su un piano nazionale, negli anni successivi al lockdown il segmento dell’online è cresciuto sensibilmente, richiedendo così una modifica della tipologia di interventi di monitoraggio, informazione, prevenzione e cura dei casi di dipendenza dal gioco.
La difficoltà della sfida cui le istituzioni devono far fronte è proprio questa: adattarsi rapidamente all’evoluzione delle abitudini dei consumatori del gioco d’azzardo. Sapranno individuare gli strumenti adatti?
Alcuni dati sulla situazione del gioco d’azzardo in Campania
Leggendo i dati relativi a Napoli, Benevento, Salerno, Avellino e Caserta, si nota subito che con i suoi 10 milioni di fatturato online la regione Campania è la prima in Italia. Non solo: in Campania si registra il maggior numero di conti di gioco aperti, mentre per la raccolta di gioco fisico, la regione è seconda solo alla Lombardia.
Suddividendo il totale degli euro spesi per giocate fisiche e online in Campania per il numero complessivo dei cittadini campani, si ottiene la cifra di 2.460 euro; ma questa è solo la media e, in quanto tale, non rende l’idea di quanto alcuni giocatori arrivino a spendere ogni anno. Il fenomeno è, poi, particolarmente evidente in alcune fasce d’età: la Campania è al primo posto per prevalenza del gioco a rischio d’azzardo tra giovani e giovanissimi e per spesa per scommesse, poker e slot online.
I campani hanno speso 1,5 miliardi di euro per slot e video lottery, ma non disdegnano nemmeno Lotto, lotterie, scommesse sportive, scommesse virtuali, Bingo e scommesse a base ippica.
La città in cui si gioca di più è quella di Salerno (in media, 2.633 euro pro capite), seguita da Napoli (2.590 euro) e Caserta (2.555 euro); queste tre città sono nella top ten a livello nazionale per raccolta pro capite online, mentre al primo posto dei comuni per raccolta pro capite a livello nazionale si trova Castel San Giorgio, piccolo centro di 13 mila abitanti in provincia di Salerno. Guardando alla spesa per gioco online, tra i primi cento comuni al di sopra di 10 mila abitanti, ben venti sono campani. Campania, Sicilia e Calabria sono le uniche regioni italiane in cui le giocate pro capite sono superiori a 2.000 euro.
Questi “primati” si pagano: la Campania ha il più alto numero di pazienti in cura presso i servizi pubblici per il disturbo da gioco d’azzardo e, come dice il Presidente di Federconsumatori Campania Giovanni Berrito, le patologie legate al gioco d’azzardo arrivano a «distruggere famiglie e comunità, incrementando il debito e favorendo l’usura».
I segnali contrastanti che arrivano da Roma: fenomeno economico e problema di salute?
La regione Campania ha messo in campo una serie di misure e di strumenti, allo scopo di monitorare il fenomeno del gioco d’azzardo e di prevenire e curare le dipendenze. La legge 2/2020 ne è la prova. Ma segnali contrastanti sembrano venire da Roma, soprattutto se si pensa alla recentissima soppressione dell’Osservatorio permanente: il governo in carica lo sostituirà con una Consulta permanente dei giochi pubblici, spostando l’egida dal ministero della Salute al ministero dell’Economia. Insomma, la sensazione è quella di voler considerare il fenomeno del gioco d’azzardo una questione economica e non un problema di salute pubblica e sociale.
La questione posta dagli amministratori e dagli operatori sociali della Campania riguarda la necessità di raccogliere dati in modo trasparente, di controllare in modo più rigoroso gli operatori del settore e di promuovere campagne di sensibilizzazione e di informazione rivolte a tutti i cittadini: ragazzi e adulti, giocatori e familiari. Riuscirà questa nuova Consulta a coordinare il lavoro a livello nazionale? Si riuscirà ad invertire una tendenza che, al momento attuale, vede la raccolta nel gioco d’azzardo in Italia raggiungere la cifra 136 miliardi e la spesa sanitaria nazionale attestarsi a soli 131 miliardi di euro?
La legge regionale 2/2020 e la cura e la prevenzione della ludopatia in Campania
Dal canto suo, la regione Campania, in applicazione della legge regionale 2/2020 (modificata dalla L.R. 13/2020), volta a favorire «la prevenzione e la cura del disturbo da gioco d’azzardo e la tutela sanitaria, sociale ed economica delle persone affette e dei loro familiari», si dota di un numero verde specifico e promuove iniziative di formazione e aggiornamento per gli operatori del gioco d’azzardo e per gli attori istituzionali del settore; inoltre, novità assoluta nel nostro paese, il governo locale regionale ha sta operando per realizzare «un registro di soggetti che vogliono essere inibiti al gioco», fino ad oggi esistente solo per il gioco online.
È la stessa L.R. 2/2020 a dare avvio all’Osservatorio regionale sul disturbo da gioco d’azzardo e a promuovere il Piano d’azione regionale per la prevenzione, il contrasto e la cura delle ludopatie.
Vengono, poi, vietate le nuove aperture di attività legate al gioco d’azzardo a distanze inferiori a 250 metri da luoghi sensibili, come gli istituti scolastici e formativi, le strutture sanitarie e ospedaliere, le strutture residenziali e semi residenziali e i luoghi di culto, lasciando la possibilità ai singoli comuni di modificare in senso più restrittivo queste misure. Nello stesso senso, va l’imposizione delle chiusure delle attività di gioco d’azzardo nelle ore notturne e, in quei casi in cui il gioco d’azzardo non sia l’attività prevalente e quindi nei locali non sia vietato l’ingresso ai minori, anche in alcune fasce orarie diurne.
Vengono inasprite le pene per chi non ottemperi alle imposizioni del “distanziometro” e viene offerta assistenza legale a chi, vittima di usura e sovra indebitamento a causa del gioco, decida di seguire attività socio sanitarie di cura dalla dipendenza. Gli operatori del gioco d’azzardo della Campania che decidano di recidere in anticipo dal contratto di locazione delle apparecchiature per il gioco d’azzardo possono ottenere dalla regione Campania un contributo fino al 50% della penale.
Come accennato poco sopra, il lockdown ha favorito una modifica nelle abitudini dei giocatori, i quali hanno spostato tutto o parte del proprio gioco dal fisico al telematico; la forzata permanenza in casa, poi, ha avvicinato al gioco online anche chi prima non ne aveva mai avuto esperienza.
Il gioco online è diventato più redditizio, ma porta con sé anche maggiori rischi, soprattutto per le categorie più a rischio, giovani e non solo. La regione Campania dovrà quindi adattare la propria attività di monitoraggio e informazione, prendendo in considerazione anche il fatto che il payout nell’online è più alto rispetto al fisico. Piattaforme di siti scommesse e casino online non italiani, infatti, propongono ritorni in vincita più convenienti, attirando di conseguenza un maggior numero di giocatori.
Famiglia, educatori e scuola avranno un ruolo fondamentale nella prevenzione dei rischi da gioco d’azzardo di giovani e minori.