Martedì scorso, 27 marzo 2018, si è tenuto a Flumeri il Consiglio Comunale e tra i vari argomenti all’ordine del giorno c’era l’approvazione di una delibera di C.C datata agosto 2017, concernente
il Piano di Emergenza Esterno, del Sistema di Accumulo non convenzionale “Flumeri SANC“ di TERNA Spa. Detto Piano, redatto dalla Prefettura di Avellino, Ufficio Territoriale del Governo Area V – Protezione Civile Difesa Civile e Coordinamento del Soccorso Pubblico, fu inviato al Comune di Flumeri, onde renderlo noto alla comunità flumerese, in tutta la fase applicativa inerente scenari incidentali.
La storia di Terna in Valle Ufita, ha non solo radici lontane, ma è stata anche oggetto di comizi durante la scorsa campagna elettorale, per le amministrative a Flumeri, del giugno 2017. Sulla quale si concentrò full time la lista “Flumeri Bene Comune“, attualmente all’opposizione in consiglio C.C.
Inoltre, fin dall’inizio il quesito Terna, fu maldestramente gestito dalla passata Amministrazione Comunale, sia a non voler indire un referendum popolare, (come suggerito da qualche cittadino in uno dei consessi tenutisi sull’argomento presso la Sala Convegni) per rendere consapevole la comunità flumerese di quanto stava avvenendo, onde esprimere democraticamente il loro parere.
Sia con corsi e ricorsi alla magistratura con tre gradi di giudizio; Tribunale di BN, Tar del Lazio e fino a giungere alla sentenza del Consiglio di Stato. Ricorsi, che non hanno prodotto alcun effetto desiderato da parte dei promotori, perché l’impianto è stato costruito, è in esercizio e i progetti di “energy storage “sono considerati di interesse nazionale.
Proprio per questo interesse nazionale, già a priori si sapeva ,che sarebbe stato eseguito l’impianto. E a nulla sono valse, le manifestazioni popolari appoggiate anche dai Sindaci, che si affacciano su Valle Ufita. Oppure come successo, costituire un’associazione ad hoc, da parte alcuni cittadini flumeresi, per contrastare la costruzione dell’impianto.
Bastava invece adoperarsi, come U.T.C di Flumeri, perché l’impianto avesse delle caratteristiche costruttive a prova di esplosione delle batterie sodio/zolfo, come tecnologia d’accumulo. E nel contempo, l’Amministrazione Comunale adoperarsi per ricavarne vantaggi economici, per alterazione ambientale che l’impianto ha comportato, oltretutto essendo in prossimità di abitazioni rurali. Oltre a ciò, nell’area in cui sorge l’impianto, esiste anche una Stazione Elettrica da 20/150 Kilovolts, connessa alla RTN inerente alla dorsale Benevento 2 – Bisaccia 380. Era su queste linee, la cui costruzione è passata in silenzio nel passato prossimo, che le Amministrazioni Comunali, affacciantesi su Valle Ufita si dovevano farsi carico delle eventuali problematiche ambientali, proiettate nel tempo.
Oggi non si può far più nulla, si può solo recriminare su quanto non si è fatto, per la salvaguardia dell’ambiente e della vita quotidiana delle persone. Tutto ciò, in una Valle Ufita, non più verde come prima.
Carmine Martino