Ieri sera 1marzo, organizzato dall’associazione culturale Anno Zero, si è svolto presso l’aula San Rocco di Flumeri, un convegno per la presentazione del libro I cattolici e la Questione Politica del Prof. Franco Vittoria.
Tutti, da anni conoscono Franco Vittoria come scrittore e docente, egli insegna istituzioni politiche presso il dipartimento di scienze politiche Università Federico II, di Napoli, e in un tour partito da Napoli lo scorso anno, dopo l’ultima tappa di Lioni del gennaio scorso, ha portato il suo libro a Flumeri.
Sono intervenuti alla presentazione, oltre all’autore del libro, anche un selezionato pubblico e relatori come :Angelo Lanza (Sindaco di Flumeri), Alberta Grifa ( Psicologa ), Andrea Covotta (Scrittore e Giornalista Rai), e Aldo Cennamo (Già Parlamentare). Ha moderato e relazionato il dibattito, Antonio Giacobbe (Docente di lingue straniere ed ex-Sindaco di Flumeri).
Ai saluti istituzionali, e ad una breve introduzione al dibattito fatta dal Lanza, i relatori che si sono susseguiti hanno tutti con grande professionalità e dialettica, affrontato l’annosa questione dei cattolici italiani in politica, avvenuta a seguito dell’azzeramento dei partiti politici, agli inizi degli anni 90, con la scomparsa tra essi, della Democrazia Cristiana, nella quale militavano la maggior parte dei cattolici.
Però, è impossibile riportare tuti i lunghissimi interventi dei relatori, come quello del Prof. Giacobbe, Cennamo, Covotta e di Vittoria. Per cui, riportiamo una piccola sintesi dell’intervento di Grifa e due domande poste a Covotta, prima dell’inizio del convegno.
Roberta Grifa: “Leggere questo libro è stato molto interessante. Una lettura intensa, che mi ha permesso di entrare in un mondo apparentemente lontano dal mio. Credo che la chiave di accesso al libro, sia nella comprensione del forte legame fra cultura e politica. Nel corso del tempo, si è manifestata quasi come una spaccatura tra la sfera culturale e quella politica, quasi a voler suggerire che la politica possa prescindere da un ancoraggio culturale. Percorrendo le strade del cattolicesimo democratico, e attingendo all’enciclica Rerum Novarum di Leone XIII, evince l’idea che il cattolicesimo possa intraprendere sia la ricerca che la possibilità di trovare soluzioni per le problematiche degli ultimi e delle classi emarginate, tradizionalmente peculiarità della sfera socialista. Sul finire del XIX secolo, emerge la critica sociale di Turati e il pensiero di Sturzo, che apporta grandi modifiche sul versante politico del novecento. Altra figura che emerge è quella di Jacques Maritain, il quale dopo la conversione al cattolicesimo, collocò al centro del dibattito politico un cattolicesimo non più conservatore, ma un progetto assistenziale verso le classi sociali più svantaggiate. Questo processo, anticipa la gestazione di ciò che si delineerà come unicum, ossia la Democrazia Cristiana, un progetto politico, che De Gasperi contribuirà a plasmare insieme ad altri esponenti “.
Andrea Covotta: Secondo Lei, il pensiero di Sturzo del cattolicesimo che indicò nel Partito Popolare, è visibile oggi nel Partito Democratico dove ci sono molto esponenti della ex Democrazia Cristiana? E’ una domanda un po’ complessa proverò a risponderle giornalisticamente. Quando nacque il Partito Popolare di Sturzo, erano gli anni subito dopo la prima guerra mondiale, dopo il conflitto mondiale e Sturzo pur essendo un prete, pur essendo un uomo di chiesa indicò nel partito popolare un partito laico di ispirazione cristiana. E lo inserì per la prima volta, inserì il mondo dei cattolici, anzi meglio ancora dei cattolici democratici all’interno dell’agone politico. Un partito, che però ha avuto breve durata perché tre anni dopo fu instaurata la dittatura poi di Mussolini e il partito popolare dopo un breve periodo fu dichiarato addirittura fuori legge. E Sturzo a differenza di altro mondo cattolico si oppose nettamente al fascismo e a Mussolini e andò addirittura in esilio. Le idee di quel partito popolare, restano ancora valide nel mondo politico di oggi, perché Sturzo cosa fece, mette al centro, esattamente al centro la persona, quello che sarà la base anche della Costituzione Italiana. Questa idea sturziana di mettere al centro la persona, resta, quindi tutt’ora addirittura, come dicevo prima molto valida, resta difficile oggi trovare anche all’interno del Partito Democratico che forse è il partito più ha assunto quella veste vicina al popolarismo sturziano, resta difficile oggi nel Partito Democratico individuare il vero erede del partito popolare sturziano. che diciamo dopo la fine della Democrazia Cristiana, probabilmente Sturzo oggi non ha un erede attuale in politica”.
Possiamo dire, che la Chiesa adesso dal punto di vista sociale si è sostituita al pensiero sturziano? “Certamente con la figura di papa Francesco. Perché, Papa Francesco è un Papa che ha recuperato il meglio la tradizione anche di un Vaticano che precedette in qualche modo Sturzo perché, come si evince proprio dal libro di Franco Vittoria. Franco Vittoria parte da una Enciclica di un Papa che era Papa Leone XIII, che mise proprio al centro la questione sociale. Papa Francesco ha recuperato, certo spostandola con i tempi oggi moderni e quindi mettendo al centro della sua Chiesa, gli emarginati, gli ultimi, gli immigrati e a far sentire anche le differenze che oggi ci sono tra quello che era la chiesa di allora i poveri di allora e la chiesa oggi e i poveri di oggi”.
Il convegno si è concluso con l’intervento di Franco Vittoria, che allacciandosi più volte ai relatori precedenti , tra le altre cose ha detto:”il cattolicesimo in politica poneva in se non solo il limite, ma anche un altro dato cioè l’impegno reale. E Struzzo, fece in modo che ci fosse una testimonianza dei cattolici organizzati in un soggetto politico, come quello popolare. E, un popolarismo anticonfessionale, che non si ponesse sotto alle gerarchie ecclesiastiche. Con la particolarità di una autonomia di pensiero e la crescita dei cattolici in ambito sociale fosse soprattutto un riscatto. Ha terminato, riferendosi alla partecipazione attiva dei giovani che sono interessati alla politica. E questa partecipazione, lo dimostrano i numerosi seminari che egli tiene alla Federico II, dove ogni volta partecipano oltre 200 studenti, quindi dare loro modo di inserirsi nel dibattito politico “.
Carmine Martino