Il dato è ormai acclarato: il bullismo è un fenomeno in costante aumento e la scuola è uno dei posti in cui più spesso si verificano questi eventi. Ed è proprio per educare al rispetto e contrastare in ogni modo qualsiasi forma di bullismo che questa mattina al Museo civico di Fontanarosa la dottoressa Barbara Fusco, gli avvocati Grazia Petrone e Francesca Girardi e lo psicologo Michele Tedesco hanno affrontato la questione insieme agli studenti del “Di Prisco” – Fontanarosa, Taurasi, Sant’Angelo All’Esca e Luogosano – nell’ambito dell’iniziativa “Abbattiamo il bullismo”. Una giornata di riflessione, un momento organizzato dall’Istituto comprensivo per discutere e fornire agli studenti gli strumenti adatti a difendersi dalle molte situazioni in cui potrebbero imbattersi. “Abbiamo in animo di aprire uno sportello anti-violenza” – ha subito detto la dirigente scolastica Antonella De Donno, rivolgendosi alla nutrita pattuglia di professionisti presenti al dibattito – perché è necessario per andare incontro a coloro i quali sul territorio potrebbero trovarsi a vivere momenti di disagio e per dotare la scuola di una figura di riferimento, come quella di uno psicologo, a cui rivolgersi in caso ci si dovesse trovare in queste particolari condizioni”. La discussione di questa mattina ha preso spunto da alcuni fatti di cronaca di questi ultimi mesi in materia di bullismo e cyberbullismo e segue le giornate di studio effettuate in tutti i plessi – Taurasi, Luogosano, Sant’Angelo All’Esca e Fontanarosa – sull’uso responsabile della rete. Non va sottaciuto, infatti, che secondo un recente sondaggio effettuato da Telefono Azzurro, relativamente alla situazione del bullismo in Italia, il 15% degli intervistati, di età compresa tra i 12 e i 18 anni risulta essere stato vittima di bullismo a scuola o comunque di cyberbullismo. Andando più a fondo tra i dati dell’indagine, risulta che gli episodi di bullismo più frequenti sono le espressioni offensive e le prese in giro, sia nei locali della scuola sia, una volta a casa, in rete attraverso l’uso dei social network. Inoltre, non sono pochi i testimoni diretti di episodi di bullismo a scuola che, nella metà dei casi, non hanno avuto il coraggio di intervenire per difendere la malcapitata vittima di turno. Contro il bullismo a scuola, però, si può fare molto. “Ognuno, nell’ambito della propria competenza – ha concluso De Donno – deve cercare di contrastare questi fenomeni che si possono rivelare pericolosissimi per i ragazzi, nella convinzione che la lotta alla violenza debba svilupparsi su più fronti e con risposte integrate tra gli enti e le associazioni che operano sul territorio”.