Alfredo Maria Mazzei nacque a Forino il 29 dicembre 1895 , cessò d vivere a Catania il 25 gennaio 1970. Compì gli studi nell’Istituto tecnico agrario nel capoluogo Avellino, diplomandosi nel 1915 in viticoltura ed enologia. Dopo aver ottenuto un incarico di assistente ad Avellino, proseguì gli studi in Francia come borsista a Montpellier, conseguendo un’ulteriore specializzazione in viticoltura. Dopo la laurea in Scienze agrarie, iniziò l’attività didattica a Conegliano Veneto (Treviso) come docente di Viticoltura. Successivamente, vinto il concorso a preside, si trasferì a Catania alla guida dell’Istituto tecnico agrario “Filippo Eredia”, divenendo poi docente di Enologia nell’università del capoluogo etneo
Tra le iniziative riguardanti il mondo della scuola ed in particolare quella ad indirizzo agrario , Mazzei fu tra i promotori dell’istituzione di un ordinamento sessennale speciale per la viticoltura e l’enologia. Inoltre egli riteneva che i programmi di studio, in un campo così specifico come quello agrario, avrebbero avuto maggiore efficacia adattando il calendario scolastico ai cicli produttivi naturali. Fu componente di varie commissioni di studio in Italia ed all’ estero : ebbe conferito il premio “ Grappolo d’oro” dell’ associazione enotecnici italiani ed il Premio Marescalchi dell’ Accademia della Vite e del Vino. Insignito nel 1963 della Medaglia d’Oro ai Benemeriti della Scuola e della Cultura Italiana fu scrittore pubblicista di opere tecniche prevalentemente nel settore viti vinicolo. La Sicilia ancora oggi lo ricorda grazie all’intitolazione al suo nome dell’ Istituto Professionale per l’ Agricoltura di Giarre ed una piazza a Catania come a Forino di una strada in un suo ricordo. Scrisse romanzi su argomenti naturalistici come il “ Romanzo delle Piante” ( 1951) “ Vita Privata degli Animali “ ( 1943) “ Il canto del Cigno “ ( 1959) altri etici religiosi tra cui
“ Esiste Dio “ ( 1950) ed ora la storia ci ha voluto riconsegnare questi versi che sicuramente faranno ancora tanto parlare di se. Ma Alfredo Maria Mazzei ebbe notorietà, anche come ricercatore, per aver scoperto la «BIRRA DI UVA», che veniva ad aggiungersi a quella di malto d’orzo (diffusa nelle regioni anglo-germaniche) e all’arrak (diffusa in Oriente). L’«Ampelia» (così venne chiamato il prodotto ottenuto) giustificava, secondo Mazzei, la convenienza economica di produrre con sostanze non importate, e quindi a costi più bassi, una bevanda il cui consumo in Italia si andava ampiamente diffondendo nel dopoguerra; inoltre il metodo di produzione consentiva di recuperare le parti utilizzabili di vini difficilmente commerciabili perché a bassa gradazione alcolica o di non pregiata qualità, ottenendone un prodotto pressoché simile alla birra. Dopo un ventennio di studi, la sperimentazione si concluse con un successo intorno al 1950. Daniele Biondi