Situazione in chiaroscuro per la castanicoltura della Campania, regione che concentra oltre il 50% della produzione nazionale. Il male principale rimane sempre il cinipide del castagno, che mantiene le piante debilitate. Il problema di questa vespa è tutt’altro che superato, sia in Campania come anche nel territorio di Forino ricco di castagneti . Non siamo nella normalita’ , ma neanche nella catastrofe, se compariamo l’ attuale situazione a quella di un paio di anni fa.
C’è da dire, poi, che quest’anno lo sbalzo delle temperature tra maggio e giugno (da 5 a 35 gradi centigradi) ha inficiato la fioritura. Le varietà più precoci, come la Primitiva, sono state bruciate quasi completamente.
Secondo dati generali della Regione Campania, si prevede che, per questa stagione, i castagneti campani saranno mediamente in grado di produrre dal 20 al 30% del loro potenziale. Poi bisognerà sempre vedere la qualità dei frutti, condizionata dagli attacchi di funghi del castagno. Una crisi che si spera possa essere risolta completamente negli anni a venire , ma sicuramente ci sara’ bisogno di un impegno maggiore da parte delle istituzioni e del mondo scientifico, in quanto i castanicoltori di tutta Italia, quanto quelli d’ Irpinia, hanno la necessità di trovare soluzioni efficaci per recuperare sia i volumi sia la qualità, mantenendo gli ambienti montani sani e sicuri. Tutto cio’ con progetti mirati a raggiungere risultati concreti che siano preventivamente condivisi con i produttori che vivono quotidianamente le montagne. Staremo a vedere. Daniele Biondi