Notte di Novembre ,notte oscura. Così si può definire l’avvilente sguardo al Monte San Nicola. La Grande Croce in ferro che nelle sere, nelle notti liete ed in quelle meno liete illumina ed ha illuminato il percorso di vita di tante genti non brilla più. E questa situazione non è recente, ma già da alcuni , tanti mesi. Questo simbolo dei Forinesi e della Città di Forino che da anni , decenni si staglia, con la sua grandezza sulla valle di Forino e sul montorese donando sicurezza e protezione, è ormai alla totale rovina sotto il silenzio di tanti, di troppi comprese le autorità che hanno in mano le sorti di questa Città. Soprattutto al calar della notte lo smarrimento, cui ci è stato riferito da diversi cittadini, nel non vedere la sua luce, il suo luccicare illuminare Forino, la valle di Montoro e noi diremo le coscienze, le anime, le sorti di tante persone le quali come una compagna perenne, da sempre l’hanno ammirata e la ammirano sia dalle dimore abitative, sia quando si transita sulla strada dei due Principati nel tratto che va da Celzi a Montoro. Da anni illumina ed illuminava le notti belle, quelle tristi, quelle turbolenti, quelle goliardiche di tutti i forinesi molto affezionati a lei. Ma in questi mesi , in questi giorni c’erano già giunte più segnalazioni che da diverso tempo, la Croce sul mastio del Monte San Nicola di notte sembrava non illuminarsi più. E verificando le segnalazioni ampiamente abbiamo riscontrato quanto segnalato . Effettivamente non sappiamo quale sia la reale problematica che preclude tutto ciò, ma come sempre ,ne approfittiamo per segnalare la cosa alle autorità preposte compresa e soprattutto all’Amministrazione Comunale, nonché al Sindaco Olivieri ed a chi tra i suoi amministratori potrebbe , oppure è delegato alla questione , affinché se ne possa occupare anche perché, a quanto pare oltre all’illuminazione notturna anche la millenaria rocca che sorregge la stessa, sembra presentare problemi di profonde fenditure che ne minerebbero la staticità. Ci interesseremo ancor più alla faccenda. DANIELE BIONDI