Ponzio Pilato è stato un funzionario e militare romano . Fu Prefetto della Giudea per circa un decennio durante il regno di Tiberio.
È ricordato principalmente per il ruolo che le fonti cristiane e Tacito gli attribuiscono nel processo di Gesù in cui ” simbolicamente lavo’ le sue mani da quella condanna in croce” e per le leggende fiorite nei secoli successivi, che arrivano a considerarlo santo e un martire. Da alcuni anni ormai lo Scrittore e Storico irpino Dottor. Andrea Santiello , attraverso schiaccianti fonti storiche ha portato a dimostrazione notizie sull’ origine irpina di questo storico e discutibile personaggio ”
Infatti il Dott. SANTANIELLO mette in luce la faccenda sia nel volume”Sulle orme di Pilato”, Marzo 2018, che nel volume “Santa Claudia Procula e Pilato”, Giugno 2020 asserendo ” Marco Livio Druso Claudiano, nonno materno di Tiberio, e Tito Ponzio nonno di Pilato, erano amici, avendo condiviso insieme molte vicende militari. E quando il primo ebbe vasti latifondi attorno alla Colonia Romana di Abellinum, il secondo ottenne la Terra di Forino fino al fiume Fenestrella e all’ Avanella, in cui gestiva un’ officina da fabbro. Tito Ponzio ebbe verso il 58 a.C. un figlio omonimo ed anche egli fabbro. Tito Ponzio Iunior collaboratore di Agrippa , nel perforare con i suoi punteruoli il sottosuolo forinese ( Forinus) per il passaggio dell’ Acquedotto Augusteo ( 92 Km), generò a sua volta PILATO verso il 15 a.C. PILATO primipilo ed esperto di metalli e viticoltura, volendo fare un’ opera grandiosa a Gerusalemme, prese spunto dall’ acquedotto della sua terra e costruì l’ Acquedotto del Tempio, lungo più o meno 50 Km. Lo stesso Petruro che ricadeva in questo possesso dei PONTII, potrebbe avere una derivazione greco latina , da petrae ( Monte di pietra, pietroso) o da petrae oros (discussione le pietre del monte). Lo stesso” CALYX” ( in osco monte o via del candore, in latino calice) dell’ anello- sigillo di Pilato, potrebbe far riferimento alla Conca di Forino ed al suo monte con rocce di calcare bianco. Il monte in questione si chiama Faliesi o Falerio nome che allude alla ” fala” ( torre in cui si scagliano i giavellotti) ed al falado ( in etrusco cielo). ” Daniele Biondi