Dopo Aiello sembra essere arrivato anche il momento di Forino riguardo alla riscoperta del millenario Acquedotto Augusteo, importante opera ciclopica di età imperiale, costruita fra il 33 ed il 12 a.C. per risolvere il problema dell’approvvigionamento idrico del porto di Puteoli e della flotta stanziata a Miseno, rifornendo lungo il suo tragitto diverse città tra cui Neapolis e Cumae. Questo acquedotto nasceva nel Comune di Serino per transitare anche nei territori di Aiello, Contrada , Forino e Montoro nel tratto inerente la provincia di Avellino .Ha rappresentato per gli stessi territori uno strategico slancio di sviluppo al tempo in cui fu costruito , grazie allo stazionamento in pianta stabile di ingegneri e manovalanza proveniente da varie parti dell’ impero romano. Da anni mecenati ed appassionati, stanno lavorando anche sul territorio forinese nell’ intento di individuare quello che resta dell’ antico percorso volgendo lo sguardo alla storia ,come pure alla futura attrattiva turistica che il suo ritrovamento potrebbe portare. Ed in effetti, gli immani sforzi, finalmente stanno iniziando a regale i primi frutti anche a Forino in uno dei tratti più ostici e difficili da esplorare . Tra i più impegnati in pianta stabile da quasi 30 anni, spiccano sicuramente gli speleologi dott.ssa Rossana D’ Arienzo, il dott. Berardino Bocchino nonché l’ Avvocato Antonio Carpentieri ed il dott. Angelo Cutolo che spasmodicamente sia sul lato documentario che sul lato prettamente pratico, stanno tentando di riannodare il gomitolo della Storia. Ed in effetti , pur con grandissima difficoltà , che il giorno 18 Febbraio, in località Monte Laura , la dottoressa speleologa Rossana D’ Arienzo si è imbattuta tra gli angusti anfratti del monte , individuando quelle che sembrerebbero essere con grossa probabilità le millenarie vestigia romane del celeberrimo Acquedotto. Nella fattispecie come asserisce la stessa speleologa “Quello che abbiamo trovato è sicuramente una grossa muratura romana che potrebbe essere la base dell’acquedotto o il piedritto del ponte. Adesso bisogna ripulire dai rovi per poter avere certezza di cosa sia”. Un altro dettaglio di non poco conto che emerge dal decennale studio condurrebbe al fatto che a differenza di altri tratti, il condotto sotterraneo passante per Forino transiterebbe ad una profondità di 30 – 35 metri. Cosa di non poco conto che comporterà in seguito uno studio, un’indagine geo- elettrica e perché no, successivamente la discesa in profondità. Intanto gli studi continuano e continueranno sui vari dettagli, sulle varie tracce territoriali sia da parte dei Dottori D’ Arienzo, Bocchino, Cutolo e Carpentieri, sia da parte anche di gruppi di ricerca che stanno attenzionando l’ intera area. Staremo a vedere. Daniele Biondi