Era da poco passato l’anno 1980, anno del mai dimenticato Terremoto di Irpinia, ed un illustre benefattore donava al popolo di Forino un notevole appezzamento di terreno, dove successivamente, con gli aiuti dei paesi del comprensorio della Brianza, veniva realizzata la struttura sportiva Polivalente, allo scopo di favorire la pratica sportiva e l’aggregazione sociale. Tale struttura è stata sede di numerose manifestazioni sportive anche di carattere provinciale, chi non ricorda il “torneo città di Forino” dove ad infiammare le calde serate estive si alternavano squadre di calcetto provenienti dai comuni limitrofi. Una vera e propria festa di paese, i bar si svuotavano, le gradinate si riempivano di spettatori, ognuno a tifare per i propri beniamini, tra una birra e un panino con salsiccia, si aspettava l’esibizione di “piccoli campioncini” o “glorie del calcio locali”. Ognuno dava sfogo alle proprie passioni calcistiche in una sana competizione sportiva. A rompere questa usanza che ormai andava avanti da anni furono improvvisamente alcuni allora illuminati amministratori comunali. Forino avrà finalmente un vero e sfavillante palazzetto dello sport. La struttura viene interessata da lavori di ampliamento, tali da rendere impossibile il suo utilizzo, viene aperto il cantiere, si decide di mettere mano alla costruzione di una faraonica struttura, il “Palazzetto dello sport”. Tra noi giovani dell’epoca una gioia frenetica pervadeva le nostre persone per questo illuminato progetto, il quale rappresentava un momento memorabile, tanto da indurci a pensare, finalmente avremo una struttura coperta dove svolgere manifestazioni o gare sportive. Si alternano 2 o 3 amministrazioni comunali, ma il nulla di fatto. Passano anni e anni ma del palazzetto l’unica cosa che si vede è una struttura che rassomiglia più ad un giardino botanico che al tempio dello sport. La struttura polivalente diventa un cantiere mai finito, diciamo la Sagrada Familia Forinese.
Nel giro di pochi mesi si infrangono le speranze di chi sognava. Tra fallimenti di imprese, deperimento delle strutture, fuscelli che diventano alberi, ai giovani sognatori non resta che sperare: “almeno ci metteranno le scimmie”. Una struttura costata centinaia e centinaia di migliaia di euro, ma tutto tace, tantissimi i buoni propositi per completare la colossale opera, ma purtroppo come sempre vane parole sbandierate dai soliti incantatori di popolo. Giungiamo ai nostri tempi ed alla attuale situazione. La vergogna supera lo sguardo e l’ immaginario comune in una totale vergogna , in una indicibile tristezza. Non sappiamo cosa ne farà e quali siano le reali intenzioni in merito . Ed intanto il tempo tiranno passa e fugge via, ed ai forinesi non rimangono solo che invereconde immagini, che devo spingere tanti a fare un profondo esame di coscienza. Ecco le foto .
DANIELE BIONDI