E’ davvero un colpo al cuore, ogni volta che si transita a piedi o in macchina, vedere lo stato in cui si trova l’ex struttura Polivalente di Forino, una volta centro funzionale sportivo dove pullulava sport, aggregazione sociale, emozioni umane. Tanti i rimpianti nel vederla in uno stato di abbandono, ora addirittura defraudata e vilipesa anche degli ultimi arrugginiti simboli, le porte da calcetto, scomparse e sostituite da scarti di frigoriferi, lavatrici di cui nell’abbandono più disgustoso è diventa discarica. Tutto ciò grazie alle fantastiche e fantasiose trovate della politica locale che anni fa decise di decretarne la sua rovina, la sua morte, con il cruccio di crearvi al suo interno una mega struttura in cemento, che nei loro scientifici piani doveva essere il nuovo palazzetto dello sport forinese. Tutto un film, tutta un’illusione, in una dipartita lenta ed inesorabile, culminata nel totale degrado ed ora nell’ignominia esacerbante, dove qualche generazione fortunata era comunque riuscita a godere di un po’ di svago con qualche buona partita di calcetto, di bocce, qualche buona sgambettata di pattinaggio. Si potrebbe affermare: “Forino come ti hanno ridotta!”. Ed ora? Qualche buontempone, qualche politico locale, a suo dire disquisisce di un venturo recupero; beh da anni si dice, vedremo. Purtroppo parlare della Polivalente simbolo di degrado, è come parlare di uno dei simboli di lascivia presenti a Forino. Come si suole dire se anche si mette la bella coperta sul letto, ma il Matarazzo dove si dorme è quasi completamente bucato, di cosa stiamo parliamo? A tal riguardo per quel che concerne la Polivalente si spera solo che, chi ha in mano la cosa pubblica, possa dare almeno un poco di “igienico” decoro, mettendo anche in sicurezza la recinzione esterna (forata, divelta in tanti punti) evitando al nostro sguardo almeno la vergogna di vedere giovani locali, arrangiarsi nel giocare in un posto diventato peggio delle “favelas brasiliane” visto che a Forino, qualche spazio deputato a questo non è presente neanche a pagamento. Daniele Biondi