Sembra davvero che Belzebù, con ferina sicumera, voglia disfarsi della chiesa di Forino, infierendo in malo modo nel contezioso nato tra le due istituzioni inerenti cartelle esattoriali richieste per mezzo di Equitalia dal Comune di Forino per mancati pagamenti di Tari e Tares. Una diatriba che ogni giorno che passa, sta assumendo proporzioni catastrofiche con inaspettati colpi di scena, ed il maltolto che di cifra sembra assumere contorni spaventosi. Infatti ai conosciuti 1.800 euro va aggiunta l’esorbitante cifra di euro 15.000 tra capitale ed interessi maturati in più un’altra cartella spedita lo scorso anno dal Comune il quale richiede il pagamento di uno spazio della sacrestia della Chiesa di Santo inventariato dallo stesso come museo mentre essere luogo di confessioni e preghiera. Questo solo per il semplice fatto che il vecchio parroco lo scorso anno decise di appoggiarvi tre vecchie statue in armadi trasparenti. Beh se questo lo si chiama museo! Comunque fatto sta, informandoci sulla astrusa questione sia da ambienti ecclesiastici che vicini ad Equitalia, la situazione dovrebbe davvero far riflettere visto che dal prossimo anno Forino e la sua gente potrebbe trovarsi a non poter più, celebrare feste e processioni visto che dopo il processo che a breve dovrebbe svolgersi tra Comune e Chiesa, nella sciagurata e forse più accredita ipotesi che i tribunali dessero ragione al Comune di Forino ogni forma, di credito presente sul conto corrente della Parrocchia Santi Biagio e Stefano, verrebbe risucchiata da Equitalia per ripianare il debito. Ciò significa che qualora il Comitato Festeggiamenti accaparrasse qualsiasi cifra sia per la festa di San Nicola, verrebbe pignorata da Equitalia. Cosi come per altre processioni in quanto qualsiasi cifra anche la minima utile per pagare una banda musicale , sarebbe in parte dell’ente esattore ciò fino al ripianamento del debito. Questa sarebbe la pena minore , qualora Equitalia fosse indulgente con la Chiesa di Forino, al contrario potrebbe agire a fil di spada con l’ipoteca dei beni con maggior valore commerciale messi all’asta tra cui ritenterebbero quadri sacri, calici, piviali, banchi delle Chiese, immagini sacre tra cui anche quella del Santo Patrono San Nicola.