Funerali Ciro Esposito: in 20mila attorno al feretro. Napoli si rialza con dignità.

Funerali Ciro Esposito: in 20mila attorno al feretro. Napoli si rialza con dignità.

I cori, gli striscioni, gli applausi e una folla da stadio. I funerali di Ciro Esposito, come scrive La Stampa si concludono con un lungo e disordinato corteo nel tardo pomeriggio per raggiungere l’autolavaggio dove il 29enne lavorava prima di essere colpito da un proiettile in via Tor di Quinto a Roma, poco prima dell’inizio del match di Coppa Italia Napoli-Fiorentina il 3 maggio scorso.  Il clima è da curva: la bara portata da tifosi, 20mila persone che lo ricordano in coro, «Ciro, Ciro, sempre con te sarò». I familiari di Ciro non seguono il feretro quando lascia piazza Grandi Eventi, da oggi intitolata al tifoso. Le sciarpe e le maglie dell’Ancona, del Taranto, del Lecce, del Genoa, del Palermo, della Pro Vercelli, della Lazio, della Fiorentina, dell’Atalanta, del Catania, del Pescara e del Milan colorano piazza «Ciro Esposito» e vengono annodate attorno al palo che regge la targa di marmo a caratteri neri apposta questa mattina.  Gli ultras non rinunciano a indossare maglie con messaggi tutt’altro che distensivi: «La diffida non cambia la mia vita», messaggio non molto lontano da quello sulla maglietta che indossava Gennaro De Tommaso quella sera. Anche il capo ultras «Genny ’a Carogna» era tra la folla, maglietta ancora nera ma senza scritte.  La madre Antonella Leardi rinnova il suo appello ad abbandonare la violenza di fronte alla bara di Ciro, durante il rito evangelista: «Abbiamo tanto pregato io e mio figlio – racconta, in una piazza improvvisamente silenziosa – e dopo la preghiera su di noi è scesa la pace. Prego ancora perché il sacrificio di Ciro non sia vano». Antonella è ormai un modello, un simbolo che le istituzioni riconoscono appieno: «In questi giorni è stata un gigante della vita» sottolinea il presidente del Coni Giovanni Malagò che ad Antonella affida ogni scelta su chi in futuro riceverà una borsa di studio alla memoria del figlio. «Ho partecipato a tante celebrazioni – continua Malagò – ma quello che conta è ciò che accadrà domani, tra un anno e per l’eternità».  E’ un futuro che il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis vede pieno di speranza, grazie all’esempio di una madre: «Antonella ha avuto una grande forza in questa Italia scorretta, dove i valori si sono persi totalmente, in questo paese corrotto. – dice dal palco – da un luogo difficile come Scampia, nasce la fiamma della speranza attraverso la limpidezza di una persona che perdendo la cosa più cara non parla di vendetta».  Nessuno parla di rivalsa, ma di giustizia. E l’intervento appassionato del sindaco di Napoli Luigi de Magistris strappa gli applausi più lunghi: «Non l’odio – urla alla folla – ma giustizia. Deve pagare anche chi non ha garantito l’ordine pubblico». Le parole di quanti si sono avvicendati nel ricordo di Ciro scuotono gli animi e muovono cori e applausi. La folla si accalca intorno alla bara avvolta da sciarpe e magliette, in migliaia vogliono salutare per l’ultima volta il giovane «eroe». L’ultima maglia appoggiata sul feretro è azzurra e porta il suo nome con lo stemma «Ssc Napoli», il presidente De Laurentiis l’ha fatta stampare per Ciro.  I gonfaloni del Comune di Napoli e della Regione Campania listati a lutto sul palchetto preparato, il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, una rappresentanza delle giovanili del Calcio Napoli in piedi di lato allo spazio per il feretro e il calciatore Lorenzo Insigne, giacca e occhiali scuri, tra le poltroncine riservate ai parenti più stretti. Di fronte la platea di migliaia di tifosi, di ultrà venuti da tante città italiane con sciarpe e magliette che distinguono la fede calcistica di ciascuno, Ancona, Taranto, Catania, srotolando tutti assieme uno striscione lungo tutta la gradinata, il cantante Nino D’Angelo che ha intonato «I ragazzi della curva B», seguito da molti dei presenti.

FONTE: LA STAMPA