E’ la prima personalità dell’area nolana che assurge al rango prestigioso di uomo di governo nazionale. Una scelta compiuta dal premier Giuseppe Conte, dopo le dimissioni rassegnate dal Ministro Lorenzo Fioramonti. Rettore della Federico II e presidente della Conferenza dei Rettori delle Università italiane, Manfredi vanta un curriculum tecnico-scientifico di assoluto prestigio e valore. Attivo e presente nelle realtà territoriali, conosce a fondo le problematiche dell’Università e le istanze del mondo giovanile e del Sud. Un profilo di alta affidabilità, che deriva dalle esperienze dirette nell’esercizio della docenza, del Rettorato e della presidenza della Conferenza dei rettori delle Università italiane.
di Gianni Amodeo
Un uomo giusto, al posto giusto, nel momento opportuno. Il modo di dire, per connotare la portata e la validità di una scelta adeguata e ben calibrata nella generale condivisione di giudizio, calza in pieno e al meglio per Gaetano Manfredi, a cui il premier Giuseppe Conte ha conferito l’incarico di Ministro dell’Università e della Ricerca scientifica, dopo le dimissioni rassegnate dal Ministro Lorenzo Fioramonti. Una scelta, che coincide con una fase delicata e difficile della politica nazionale, in cui si innestano le gravi e profonde problematiche da cui sono attraversati il sistema–scuola, in generale, e il sistema–Università, in particolare, da anni in grande affanno nell’allinearsi, per didattica e metodologia, alle dinamiche dell’evoluzione tecnologica e della rivoluzione digitale; problematiche, ad alto tasso di difficoltà da superare, per una scalata da ardua da affrontare, ma non impossibile da superare e che richiedono soluzioni organiche e strutturate non più differibili, al cui centro sia l’ancoraggio al primato delle conoscenze e dei meriti nel farle dispiegare per l’evoluzione e il progresso civile. E saranno le soluzioni incardinate nel merito a plasmare il presente e, più ancora, il futuro delle giovani generazioni e del Bel Paese nelle sempre più complesse e variegate articolazioni a rete della società mondializzata, che vive d’innovazione permanente e non conosce né ri-conosce steccati e frontiere geo-politiche di stampo otto- novecentesco.
Manfredi – ha superato da poco la soglia dei 55 anni- è uomo di profonda cultura tecno-scientifica, con spiccato interesse e viva attenzione per gli orizzonti di quell’umanesimo liberal-democratico che promuove la dignità della persone nella diffusione dei saperi e nella società aperta; la sua è una formazione che si è venuta sviluppando e maturando all’interno dell’Università, segnatamente nelle aule della Facoltà d’Ingegneria e del Politecnico della Federico II, per dilatarsi ed arricchirsi di prospettive ed esperienze nell’esercizio sia della docenza per la cattedra di Tecnica delle Costruzioni sia del Rettorato della Federiciana che della presidenza della Conferenza delle Università italiane, che il grande osservatorio-radar che dà il quadro reale delle condizioni degli Atenei e delle loro esigenze, per stare al passo con i tempi. Un passo, in cui conta ed ha un particolare peso specifico il valore della competitività nella ricerca scientifica e nell’innovazione tecnologica veicolate dalla globalizzazione.
Calato e ben attivo nelle realtà sociali dei territori – risale al 19 ottobre scorso la Lectio magistralis che sviluppò a Baiano, con larga partecipazione di pubblico nell’Auditorium della Scuola media del “Giovanni XXIII” a conclusione del Viaggio nella Costituzione, promosso dal Circolo culturale L’Incontro- Gaetano Manfredi conosce a fondo le istanze e i bisogni dei giovani e del Sud. Una conoscenza, di cui ha dato- e dà- significative testimonianze sul versante della progettualità e dell’operosità pragmatica, che corrispondono al modo più fattivo e intelligente di dare risposte reali e di prospettiva a tutto ciò che i giovani chiedono per essere protagonisti delle loro scelte di vita e di concorrere in positivo alla costruzione della società.
In questo quadro, assume rilevanza il ruolo che il neo-Ministro ha svolto- in sintonia con tutte le Istituzioni interessate- nel promuovere la realizzazione del Polo tecno–scientifico della Federico II a San Giovanni a Teduccio. Una realtà, a cui si connette il varo della prima Scuola europea per sviluppatori di app in partnership con Apple il colosso tecnologico di Cupertino; sono dati basilari e fondamentali- non i soli e gli unici- che spiegano, tra l’altro, la rigenerazione sociale, economica e produttiva dell’importante quartiere napoletano, in cui il dinamismo delle articolazioni pubbliche della Federiciana incrociano quello delle grandi multinazionali tecnologiche. Come dire studio, competenze e opportunità di lavoro. Una visione strategica, a cui va collegato il progetto di costituire nel Sud una Scuola di alta specializzazione sul modello della Normale di Pisa. Un percorso variamente osteggiato da chiusure accademiche e insensati pre-giudizi politici ed amministrativi di matrice pisana; progetto, che, tuttavia, ha imboccato l’itinerario voluto, con l’avvio della sperimentazione, con l’anno accademico appena iniziato, della Scuola superiore di alta formazione -incardinata nella Federico II– frequentata dalle eccellenze delle nuove generazioni del Sud, espresse dalla rigorosa selezione per esami e titoli.
Tre elementi- quelli focalizzati- che comprovano la bontà della scelta fatta dal premier Conte, dando riconoscimento al nesso che intercorre tra la teoria, la progettualità e la tecnica del fare. E il neo-Ministro Gaetano Manfredi di tale riconoscimento è un interprete pieno e autorevole, in termini di pura e semplice oggettività.