Fu solo nel 1991 che, grazie alla spinta di Giovanni Falcone – allora neo-nominato direttore generale degli affari penali presso il Ministero di Grazia e Giustizia – apparve il primo atto legislativo volto a normare la collaborazione tra autorità giudiziaria e appartenenti alle organizzazioni mafiose.
Il seme piantato da Giovanni Falcone, oggi Commissione Centrale, è divenuto un Organo essenziale della lotta alla criminalità organizzata.
Da Presidente della Commissione Centrale non posso che ringraziare Giovanni Falcone ed essere onorato di contribuire al sistema da lui ideato.
Il sacrifico di Falcone deve rimanere un segno indelebile dell’azione di una grande uomo di Stato.
Tenere vivo il ricordo di questa strage significa tramandarlo nella speranza che ci siano ancora uomini capaci di migliorare le sorti dell’Italia. Parafrasando proprio Falcone: “Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini”.
Il 23 Maggio del 1992 la mafia uccide il magistrato Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e i 3 uomini della sua scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.