L’hanno picchiata e stuprata in un angolo nascosto del parco, accanendosi come belve feroci su di lei che continuava inutilmente a implorarli di smettere, l’hanno uccisa colpendola alla testa senza un briciolo di pietà. Poi, quando la furia cieca si è placata, si sono allontanati come robot freddi e vigliacchi, lasciandola in terra come una bambola di pezza che non li divertiva più e che per loro non aveva alcun valore. Se n’è andata così Viktorija Sokolova, la bella 14enne lituana data per scomparsa mercoledì scorso e trovata morta da un passante giovedì mattina alle sette nel West Park di Wolverhampton, in Gran Bretagna. Schiantata in terra insieme ai suoi sogni, alle sue speranze e al suo futuro che tutti preannunciavano radioso come il suo carattere.
Le indagini della polizia hanno portato in breve tempo all’arresto di due ragazzi, un 16enne e un 17enne di cui non sono stati diffusi i nomi. Lunedì, nel corso di un’udienza durata appena 10 minuti, il 16enne ha parlato solo per declinare le proprie generalità: detenuto in un carcere minorile, riapparirà davanti alla Wolverhampton Crown Court l’8 giugno e in ottobre dovrebbe essere processato. Il ragazzo di 17 anni, arrestato anche lui per omicidio, è stato invece rilasciato dietro cauzione in attesa di ulteriori indagini.
Devastati dal dolore, i parenti di Viktorija hanno parlato della ragazza come di «un piccolo angelo che ha reso le nostre vite colorate e piene di significato», salutandola con uno straziante «Vivrai per sempre nei nostri cuori, nelle nostre anime, nelle nostre menti. Ciao, nostro piccolo angelo». Sotto choc anche Jamie Morgan, direttrice del Ss. Peter and Paul Catholic Primary Academy and Nursery, la scuola che Viktorija ha frequentato fino al 2015. «Era una gioia essere sua insegnante – ha detto – Era una ragazza laboriosa, benvoluta e adorabile, la cui personalità positiva e divertente era contagiosa».