Simone Camilli, 35 anni, videoreporter romano che lavorava per l’agenzia Ap è morto a nella Striscia di Gaza, vittima di un missile israeliano lanciato a Beit Lahya. Il giovane, romano, era strettamente legato agli ambienti giornalistici partenopei in quanto suo padre, Pier Luigi Camilli, è il direttore delle testate giornalistiche della Scuola di giornalismo Suor Orsola Benincasa di Napoli. La notizia della morte del reporter è stata confermata dalla Farnesina. Con lui hanno perso la vita un giornalista palestinese e cinque artificieri. Camilli lavorava per diverse agenzie internazionali, tra cui l’Associated Press. “Simone – raccontano i suoi parenti – viveva da lungo tempo in quella zona ma in passato ha seguito anche altri conflitti in zone difficili del mondo. È sempre stato in prima linea”. L’unico superstite racconta che gli altri artificieri come lui procedevano sempre con grande cautela. È convinto che la bomba israeliana fosse stata manipolata di proposito per provocare vittime al momento del disinnesco. Il ministro degli Esteri Federica Mogherini ha espresso il suo cordoglio per la morte di Simone Camilli. La sua morte, sottolinea il ministro “è una tragedia, per la famiglia e per il nostro Paese”. “Ancora una volta è un giornalista a pagare il prezzo di una guerra che dura da troppi anni”. Condoglianze anche dall’Ordine dei Giornalisti della Campania che – si legge in una nota – “si stringe al collega Pier Luigi Camilli, padre di Simone, il giornalista morto a Gaza mentre riprendeva le operazioni di disinnesco di un missile inesploso”.