La problematica del bullismo e del cyber bullismo è oramai cresciuta in modo esponenziale complice, sicuramente, la tecnologia informatica e i social net-work conclamandosi, oggi più che mai, come un’autentica piaga sociale che va affrontata e combattuta sia in forma preventiva che in forma repressiva.
Per il giorno 8 febbraio 2021, in occasione della “Giornata contro il bullismo e il cyber bullismo a scuola” già fervono le iniziative in tutte i plessi e l’attenzione posta a questa fenomenologia sociale non può abbassarsi perché il fenomeno è tale da non concedere margini di disinteresse o distrazioni.
Con frequenza quasi quotidiana le notizie di cronaca riportano di atti di violenza riconducibili ad episodi di bullismo e cyberbullismo e non si può non considerare, ancor più grave ed illegale, l’istigazione al suicidio di ragazzi purtroppo vinti dalla forza della comunicazione persuasiva ed invasiva dei social network.
Atti, parole, azioni, plagi…. Sono queste le modalità con cui si esplicano le manifestazioni del bullismo e del cyber bullismo mortificando la dignità di chi, purtroppo, è costretto a subire questa violenza specie per un difetto di comunicazione o di denuncia ammantata quasi sempre dall’omertà.
Facendo un po’ di ricerca ci si accorge che il fenomeno è reale, presente, crescente, sempre più prepotentemente pericoloso.
Ogni giorno, soprattutto, in diverse scuole si registrano episodi di bullismo e cyberbullismo. Per il Concy (Centro nazionale cyberbullismo), un ragazzo su quattro in Italia tra 11 e 17 anni è stato coinvolto. ll bullo c’è sempre stato ma negli ultimi anni si riscontra maggiore rabbia, aggressività, mancanza di empatia. E si abbassa l’età: prima il bullo aveva dai 14 ai 16 anni; ora si inizia già tra i 7 e gli 8 anni.
Anche i dati dell’Osservatorio “Indifesa” che sono stati raccolti attraverso le risposte di 6mila adolescenti, dai 13 ai 23 anni, provenienti da tutta Italia dimostrano ampiamente la pericolosità di questa piaga sociale. Ragazzi e ragazze esprimono sofferenza per episodi di violenza psicologica subita da parte di coetanei (42,23%) e in particolare il 44,57% delle ragazze segnala il forte disagio provato dal ricevere commenti non graditi di carattere sessuale online. Dall’altro lato l’8,02% delle ragazze ammette di aver compiuto atti di bullismo, o cyberbullismo, percentuale che cresce fino al 14,76% tra i ragazzi. Tra i partecipanti alla rilevazione 6 su 10 dichiarano di non sentirsi al sicuro online. Sono le ragazze ad avere più paura, soprattutto sui social media e sulle app per incontri, lo conferma il 61,36% di loro. Tra i rischi maggiori sia i maschi che le femmine pongono al primo posto il cyberbullismo (66,34%), a seguire per i ragazzi spaventa di più la perdita della propria privacy (49,32%) il Revenge porn (41,63%) il rischio di adescamento da parte di malintenzionati (39,20%) stalking (36,56%) e di molestie online (33,78%). Mentre dopo il cyberbullismo, l’incubo maggiore per le ragazze è il Revenge porn (52,16%) insieme al rischio di subire molestie online (51,24%) l’adescamento da parte di malintenzionati (49,03%) e la perdita della propria privacy (44,73%). 1 adolescente su 3 conferma di aver visto circolare foto intime sue, o di amici sui social network.
Se questa è la fotografia del bullo e del bullismo in tutte le sue forme e/o manifestazioni è pur vero che poco si è fatto fino ad oggi per contrastare l’avanzamento, specie sul terreno della prevenzione, di questa problematica.
“Credo – dichiara il Prof. ALAIA – che la presa di coscienza del problema del bullismo e del cyber bullismo da parte della società civile e dell’intera istituzione scolastica costituisca un atto di consapevolezza responsabile rispetto ad una fenomenologia lesiva e distruttiva del tessuto sociale che fino a qualche tempo fa veniva minimizzata con la complicità del silenzio delle vittime ma soprattutto, cosa ben più grave, con l’omertà dei testimoni. Il primo alleato del bullismo è il silenzio e su questo non possiamo transigere. E’ un problema culturale e di coscienza, di etica individuale insomma, perché tacere ci rende complici ma soprattutto vittime del problema stesso. Senza fare incursioni sociologiche, nel rispetto degli studiosi di questa problematica sociale, ritengo, come approccio metodologico alla prevenzione del fenomeno, validissima la giornata contro il bullismo e il cyberbullismo a scuola perché solo confrontandosi ci si può aprire e riuscire a sconfiggere questa problematica che si sedimenta sulla debolezza del sistema sociale quello dell’incomunicabilità per omertà. La giornata contro il bullismo non deve essere solo un’occasione di confronto ma di definizione di linee di intervento che sicuramente passano per lo strumento di tutela di chi subisce queste violenze: la denuncia in tutte le sue forme. Occorre comunicare con i propri genitori, con un adulto, con i propri docenti. Bisogna uscire dall’isolamento e rompere il silenzio perché ciò significa stroncare sul nascere il bullismo ed il cyberbullismo; inoltre bisogna rifiutare le identità anonime, il qualunquismo delle chat ed evitare di cadere nella trappola della “solitudine” perché questo è un problema che si combatte e si vince insieme agli altri.
E’ questo – conclude ALAIA – che deve fare la giornata contro il bullismo e il cyber bullismo a scuola” Se riusciamo ad innescare azioni concrete possiamo essere certi che il bullismo avrà vita breve perché non si può e non si deve subire violenza ma soprattutto non si può assistere passivamente alla distruzione della propria identità, del proprio io che avrà, inevitabilmente, riflessi negativi sullo sviluppo della propria personalità.
PROF. SALVATORE ALAIA
REFERENTE “PROGETTO BULLISMO E CYBERBULLISMO” – LICEO “E. MEDI” CICCIANO (NA)
REFERENTE PER LA REGIONE CAMPANIA – PROGETTO GIOVANI SENTINELLE DELLA LEGALITA’ – FONDAZIONE “A. CAPONNETTO”