L’emergenza post Covid continua con la proroga dello Stato di Emergenza approvata anche alla Camera.
L’Italia, continuerà dunque ad essere nello “stato di emergenza” (a causa del coronavirus) fino al 15 ottobre. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
Intanto, la crisi economica e sociale per la nazione è sotto gli occhi di tutti.
Vari settori non hanno potuto beneficiare di incentivi urgenti e non si è mai realmente messa in campo un’azione che consentisse una vera ripresa.
Al Coordinatore nazionale della Cisal Metalmeccanici Giovanni Centrella, abbiamo chiesto di fare il punto sulla situazione attuale per aziende e imprese in particolare al Sud:
“Il settore metalmeccanico è in crisi, non c’è ombra di rilancio da parte del Governo e viviamo una situazione a dir poco preoccupante. Non sono dello stesso avviso del Ministro dell’Economia che parla di rilancio. Per me siamo allo zero, considerando la mancata produzione già dal mese di aprile. Il confronto va fatto con lo stesso mese del 2019 per comprendere che ci sono settori della nostra economia che sono decisamente a pezzi come anche quello metalmeccanico. Una Paese, il nostro, ed un sistema in ginocchio senza immissione di denaro nelle tasche dei cittadini con lavoratori che ancora attendono la cassa integrazione addirittura del mese di marzo. Non ci sono iniezioni di liquidità nei portafogli delle aziende che hanno pagato lo scotto dello stop imposto dal Covid. Stesso discorso per chi lavora con Partita Iva. Soggetti che garantiscono allo Stato il loro contributo e che oggi sono in estreme difficoltà con un circuito che rischia il collasso. Insomma una situazione che richiederebbe ben altro impegno da parte del Governo per uno stato di emergenza economica che non si può risolvere facilmente. Il discorso smart working poi garantisce alle aziende di risparmiare ma colpisce un indotto che gravita intorno al lavoratore come al ristorazione ed altro”.