Nel silenzio opprimente di Saviano un giovane ventenne cerca disperatamente di rompere le catene del terrore che avvolgono la sua vita. E’ vittima di un incubo iniziato lo scorso giugno. La tragedia ha preso forma attraverso messaggi anonimi sul suo smartphone, minacce velate da parte di individui che affermavano di possedere le password del profilo Instagram della sua ragazza. Una forma subdola di controllo e intimidazione, progettata per dimostrare il potere totale sugli aspetti più intimi della sua vita. La minaccia implicita era chiara: la divulgazione della situazione avrebbe portato a conseguenze violente per la sua famiglia.
Parallelamente, settimanalmente, il giovane è stato tormentato da chiamate anonime, voci giovani, maschili e femminili, che continuavano a seminare terrore e minacciavano di infliggere danni sia a lui che alla sua famiglia se avesse osato condividere la sua angoscia con altri.
Tuttavia, la tragedia ha recentemente preso una svolta ancora più oscura. In un tranquillo pomeriggio savianese, il giovane è stato brutalmente aggredito da due individui senza alcun motivo apparente, lasciandolo malconcio e terrorizzato.
La domanda ora è: chi sono gli autori di questo incubo? Cosa vogliono? E perché questo giovane è diventato il bersaglio di una violenza così sconcertante?
La comunità di Saviano è chiamata a rispondere a questo grido di aiuto. L’anonimato del giovane testimonia la paura che lo avvolge, ma è anche un atto coraggioso di sfida contro chi vuole soffocare la verità.