a Provincia di Avellino con Decreto Presidenziale n. 44 del 17 novembre 2021, nell’ambito del Piano di Azioni di Intervento 2021-2023, complementare al “Sistema Irpinia” per la “Messa a sistema territoriale delle Biblioteche e dei Musei, attraverso interventi mirati di valorizzazione, promozione e diffusione del patrimonio” ha assegnato al Comune di Grottaminarda un contributo di 50mila euro per l’Antiquarium con sede presso il Castello d’Aquino.
«L’obiettivo dell’Amministrazione Comunale – spiegano il Sindaco Angelo Cobino e la Delegata alla Promozione Turistica, Marisa Graziano – è quello di rendere maggiormente fruibile il Museo Archeologico, di attirare nuovi flussi turistici, di migliorarne l’accesso fisico attraverso un sistema di “montascale”, di rinnovarne l’immagine attraverso una ripitturazione, di risistemare la Fornace Romana, di acquistare nuove teche, e realizzare nuove pubblicazioni cartacee, ma soprattutto di digitalizzarne i reperti per poter inserire l’Antiquarium di Grottaminarda in rete con gli altri Musei irpini e la piattaforma della Provincia di Avellino “Sistema Irpinia”, in stretto collegamento con i Comuni del nostro Distretto culturale che vede Frigento capofila e con le Scuole ed i Comuni di tutta l’Irpinia.
Da qui la nostra richiesta di un contributo alla Provincia per poter far fronte a questa importante innovazione del patrimonio storico-culturale di Grottaminarda utile alla sua promozione turistica, iniziata già con l’adesione all’Accordo Quadro della Provincia per “Sistema Irpinia”. Esprimiamo, quindi, a nome di tutta l’Amministrazione comunale e della cittadinanza, la nostra gratitudine per averla accolta al Vicepresidente Fausto Picone e al Presidente Domenico Biancardi che ha fortemente voluto nel corso del suo mandato puntare alla cultura attraverso il rilancio di musei, biblioteche, beni materiali ed immateriali, mettendo a sistema il territorio».
La raccolta museale dell’Antiquarium di Grottaminarda intitolato a Filippo Buonopane, medico, Sindaco del paese nel 1816 e grande ricercatore di reperti archeologici è frutto di ritrovamenti e donazioni di cittadini, ed appassionati locali. Da qui il grande legame anche affettivo da parte della comunità ai numerosi reperti.
C’è poi l’indiscutibile valore scientifico: l’esposizione museale testimonia la presenza dell’uomo nella Valle dell’Ufita sin dal Neolitico Antico-Medio, e cioè dal V Millennio a.C. fino all’epoca Romana, segno tangibile della storia evolutiva umana e, nel contempo, custodisce gli antichi segreti del tempo che fa cornice alla creatività, alla fantasia e alla operatività.
Spiccano, per la notevole fattura, i vasi ceramici del periodo finale del Neolitico, le due asce frammentarie che rappresentano l’industria litica dell’età del rame, e i pesi di telaio, un unguentario, un craterisco a figure rosse e una gamma di manufatti votivi che testimoniano l’età del Bronzo e del Ferro.
Rappresentano l’epoca Romana, non solo numerose creazioni in ceramica, ma anche, frammenti marmorei e un ritratto maschile che probabilmente rappresenta la figura di Ottaviano Augusto. Nei Giardini Pensili del Castello è anche custodita una Fornace di epoca romana, rinvenuta in località Fontana del Re, che andrebbe meglio valorizzata.
Inoltre, di grande importanza e valore storico, sono da ricordare le circa 200 monete che vanno dal periodo Repubblicano Romano a quello Medievale. Ma nel museo è possibile cogliere anche i segni di epoche successive e dell’età contemporanea.