Superata la località San Celeste di Sirignano, si può salire a Campimmo in auto, fermandosi prima di giungere alla località Tre Castagni. Collina che domina ogni cosa, Campimmo è visibile da Baiano, Avella, Sperone ed altri paesi; posto al di sopra del Maisone e delle Tore, la corona dei monti di Avella lo circonda. Il suo nome originale, Campimm’, è stato trascritto nelle carte come Campimma, ma non è infrequente sentirlo nominare Campimmo. E infatti, come lo stesso nome suggerisce, Campimmo è un piccolo campo posto a 670m, in un enclave del comune di Baiano, adesso adibito ad attività boschive e indicato a volte proprio come “zona del taglio”. Nonostante non appaia più come un luogo puro e non contaminato dalla presenza dell’uomo, forse un vantaggio il taglio l’ha portato: ora da qui è possibile osservare le cime che circondano Avella con grande facilità. Passeggiando sul sentiero in cima a Campimmo, si estende davanti a noi un ideale suo proseguimento boscoso, di poco più alto, le Rocce della Falconara (761m), trampolino verde nella valle, ala su cui sporgersi. Sarebbe quella grande rupe che si vede dalla Valle delle Fontanelle e che la stringe a destra, racchiudendola insieme alle altre montagne rocciose, ben più alte, poste sulla sinistra; affacciata sulla Valle e ricoperta di cespugli come se fossero folti capelli di fata, la Falconara era considerata, e lo è ancora, un luogo di rapaci. Sebbene vicina alla strada e posizionata non molto in alto, possiede ancora le caratteristiche, perlomeno intrinseche dovute alla sua impervia posizione, di “posto selvaggio”. Qui incontrai una mantide religiosa con cui strinsi amicizia.
Ma poi, più in alto, si incontrano con lo sguardo le vere vette. Ben visibili, lungo la cresta: Sella ‘e Puntone, Ciglietelle ‘e Puntone, appartenenti alla montagna Puntone; la Sella e le Ciglietelle, nude, stringono fra di esse il punto più alto, peloso, della montagna Puntone, 1495m, anche detta Croce di Puntone perché dopo la prima guerra vi venne apposta negli anni ’30, dal fascismo, una croce; in un imbuto roccioso si nasconde il Ciesco Alto (1357m), vero protagonista della veduta; al di sotto del Ciesco Alto si trova una zona pianeggiante, Pianura, ora totalmente bruciata e ben riconoscibile proprio a causa di questo, posta al di sopra di alcune rocce orizzontali (sulle carte: Rocce di Pianura) e raggiungibile con la Panoramica, che è una strada tracciata a mezz’altezza che si vede bene anche da dove siamo e che si insinua tortuosa in una curva nei boschi fino a raggiungere il Ciesco della Rosa, la grande roccia incastonata nelle montagne intorno alla quale si narrava che i briganti avessero nascosto un tesoro, così chiamata per la fitta presenza di rose canine tra quella vegetazione ribelle che a ciuffi ne ricopre la sommità. Di fianco a quest’ultimo, si trova alla sua sinistra la spada sguainata dello Spadanfora da cui salì Buccafusca al Ciesco Alto. Un’altra roccia, oblunga, indicata come Roccia della Palla, indica la direzione per il Vallone della Palla, ed è un riferimento per ritrovare, di poco più sotto sulla destra, la località di Cascate che già vi descrissi; lo sperone porta sulla sua cima una seconda roccia a forma di palla. Andando verso destra con lo sguardo, invece, oltrepassati Puntone e il Ciesco del Pero (Ciesco ro’ Piro), il vallone cammina tra le montagne più alte, ovvero nella direzione di Montevergine (1480m), Ciesco Bianco (1589m), Acerone (1598m), tenendo sempre proprio al di sotto, dalla nostra parte, la Falconara, che da qui più che impervio nido di rapaci sembra un dorso erboso e raggiungibile. Il vallone che separa la Falconara dalle vette è il Vallone Sorroncello, che poi è quello in cui cammina il torrente Clanio e che infine sempre s’identifica con la Valle delle Fontanelle. Continuando a scorrere con lo sguardo a destra della Falconara, si ha, dello stesso colore e collegata direttamente a Campimmo, la Toppola Grande, la cui salita progredisce lentamente e che da questa prospettiva sembra a portata di mano, nonostante la non trascurabile altezza (1368m).
Campimmo è così gioioso che meriterebbe, per la sua posizione incastonata sotto i monti, una fortificazione tutta propria, un piccolo borgo, un castello per sé differente da quello di Avella, una cinta muraria che tenga al sicuro i cespugli di fragole. Questo piccolo campo sarebbe stata una splendida località di montagna, ma, forse perché troppo poco spazioso o con altri problemi, per gli antichi insediamenti gli erano già stati preferiti il Litto e la collina del castello di Avella.
(Valentina Guerriero)
In ordine, sulle creste: Ciesco Alto (imbuto roccioso), Sella di Puntone, Puntone (zona senza pelo), Ciglietelle e Puntone. Più in basso: località Pianura al di sotto del Ciesco Alto. Il Ciesco della Rosa è al di sotto di Sella e Puntone.
La collina che protende verso queste vette, separata da esse dal vallone Sorroncello, è quella delle Rocce della Falconara. Veduta da Campimmo.
Ben visibili: la Sella di Puntone e Ciglietelle di Puntone. Immediatamente sotto, sulla destra, il Ciesco della Rosa.
Da Campimmo, si vedono la località Rocce della Falconara e la Toppola Grande; più indietro, in alto a sinistra, gli altri monti di Avella