Non è di certo tra i castelli più noti dell’Irpinia, nascosto com’è alle spalle del ristorante Quagliarella, sul passo di Monteforte. Probabilmente i più ignorano che tra i fiori selvatici vi siano i ruderi di un castello longobardo, raggiungibile in poche centinaia di metri dalla via Nazionale delle Puglie e fu una sorpresa anche per me scoprirlo alcuni anni fa. Distrutto e abbandonato dopo il 1400, non se n’è più sentito parlare: noto sicuramente alle persone del posto, il castello di Monteforte non s’affaccia però mai prepotente sui percorsi degli altri come fanno invece i castelli di Avella, di Nola, di Cancello o le isolate ed arroccate fortificazioni dell’Alta Irpinia. Poco visibile a chi è di passaggio e complice il fatto che sia abbandonato da 600 anni, è ridotto adesso a una modesta area da picnic mentre alcuni cartelli del CAI lo segnalano come punto di partenza di un sentiero per il Monte Pizzone, la montagna che separa il Vallo di Lauro dalla Valle Munianense, insomma uno di quei monti “cornice” che si vedono sull’autostrada in direzione Avellino e che a nessuno viene mai in mente di scalare.
Ma perché il castello di Monteforte fu abbandonato? La leggenda narra che sotto vi fosse sepolto un tesoro e che per questo fu distrutto. Vagando intorno ai ruderi, è difficile immaginare che un tempo questo castello avesse vissuto un periodo di splendore e sarebbe bello sperare di imbattersi nell’erba alta in una o due monete d’oro di quei secoli e di quel tesoro. Ma nulla, regna il silenzio, un silenzio fresco che domina la pianura di Avellino in un panorama serio. Eppure prima del 1400 il castello di Monteforte, come rivela la veduta e quindi la sua posizione, era stato davvero di importanza strategica. Edificato quasi sicuramente dai longobardi, se ne hanno notizie già dall’891 e intorno al 1200 Federico II lo fece ristrutturare riconoscendone l’importanza. La presenza di questo castello era fondamentale per controllare e bloccare l’accesso dalle Puglie alla pianura nolana e viceversa: situato in un punto alto e ripido, oltre che stretto, potete immaginarvi i plotoni di soldati che scendevano verso Mugnano o che aspettavano nei pressi del castello pronti a difendere il regno dai nemici in piena epoca medievale. Non c’erano altri modi per passare verso Nola se non quello, e quindi edificare qui una roccaforte significava avere il controllo degli accessi.
Dopo, fu ancora ristrutturato dagli angioini, diventando fortezza e residenza estiva di Carlo I d’Angiò intorno al 1200 (1226-1285). Insomma, il posto non era considerato mica male, se veniva a passarci del tempo anche il re, eppure nel 1400 il castello fu abbandonato e distrutto con la scusa del tesoro e così è rimasto fino ad oggi.
Però quello da Mugnano a Monteforte, castello o non castello, è sempre rimasto un tratto indubbiamente molto trafficato, essendo una zona frequentata da pellegrini che andavano a Montevergine, ciò spiega anche tuttora la grande presenza di attività di ristorazione che affondano le loro radici molto indietro nel passato, e che non sono altro che la versione moderna di antiche locande che già esistevano in periodo medievale e che ebbero un grande aumento dell’afflusso proprio intorno al 1400 grazie al transito delle reliquie di S.Gennaro da Montevergine a Napoli. Insomma, niente capita per caso, e anche la discrezione del castello di Monteforte, nonostante il bel panorama, evidentemente tiene nascosti nella storia i suoi motivi.
(Valentina Guerriero)