Dopo aver accolto l’arrivo dell’autunno, Mario Romano e la sua band scelgono di tornare a breve giro a Palazzo Venezia per dire addio all’estate.
Infatti Halloween, che molti conoscono come una festa di importazione americana, vissuta al gridolino fanciullesco di “Dolcetto o scherzetto” ha radici arcaiche nella festa di origine celtica di Samhain, con cui i popoli antichi celebravano il passaggio stagionale attraverso una serie di rituali magici.
In questa occasione il confine che separa i morti dai vivi diviene più labile e sono possibili contatti e comunicazioni tra i due mondi. E’ essenzialmente un momento in cui si celebrano le divinità tutelari del culto dei morti e tale festa ha molti punti di contatto con la nostra festività dedicata a Tutti i Santi. Alcuni rituali, poi, che ricordano quelli di ascendenza celtica, si ritrovano proprio nel Sud Italia. Non è un caso che si sia scelto di celebrare questa ricorrenza a ritmo di neapolitan gipsy jazz.
Infatti, come ci ricorda Toquato Tasso, “La musica è una delle vie attraverso le quali la nostra anima torna al cielo”.
Con Mario Romano, che suonerà la sua chitarra classica, capace di evocare intense suggestioni, sul palco si incontrano e si fondono altre tre anime e cifre stilistiche: Luigi Esposito al pianoforte, Ciro imperato al basso ed Emiliano Barrella alla batteria.
Anche le radici del jazz sono un impasto di più anime: la tradizione musicale afroamericana ed il regtime pianistico euro-americano. Questa mistione si ritrova e si enfatizza nel neapolitan gipsy jazz dove a forti radici territoriali partenopee si mescolano vari ritmi dal mondo: dalla malinconia della Francia al ritmo corale dell’Europa centrale, passando per il calore dell’Africa e l’allegria del Brasile.
Ed anche Palazzo Venezia costituisce un punto di snodo tra varie culture, tempi e stili. Luogo nevralgico per gli scambi, fu donato a Venezia per accogliere i suoi delegati e permettere di compiere, nei suoi spazi, trattative delicate.
Sebbene lo stile sia prevalentemente neoclassico, si pensi ad esempio alla casina Pompeiana, essendo legato a doppio filo a alla Repubblica Marinara, il Palazzo respira un po’ di quell’atmosfera gotica e noir, figlia dell’incontro tra il buio e la luce (non a caso celebrato da Halloween), che nella Serenissima si ritrova architettonicamente specialmente nelle facciate di Palazzo Ducale ed in quelle di Ca’ D’Oro.
LA FORMULA DELLA SERATA
Ad accogliere i partecipanti uno stuzzicante aperitivo servito nel giardino pensile, con le sue suggestioni.
Poi spazio alle note con evergreen come Rum e Speranzella o Valzer a Forcella, tratti dal primo lavoro discografico ‘E strade cà portano a mare”, che sta vivendo una nuova stagione di grande successo tra il pubblico grazie alla ristampa. A segnare il passaggio tra due dimensioni, tra un passato ed un futuro che si incontrano e si alternano nel presente, l’esecuzione di alcuni brani tratti dal nuovo album, “Le 4 Giornate di Napoli”: Cammen, dolce ed intensa, Vesuvia, prorompente e vulcanica, e Le Quattro giornate di Napoli, strumento di riscatto e di “resistenza culturale”.
Per finire un tour alla scoperta delle sale di Palazzo Venezia dove verranno svelati i legami con la Serenissima e si ripercorrerà la storia di questo luogo, protagonista di alterne vicende, dove, è il caso di dirlo, si rincorrono luci ed ombre.
Il contributo organizzativo è di 12 euro.
Per il momento gustiamoci qualche intensa esecuzione di Neapolitan Gipsy Jazz per predisporre lo spirito a vivere una serata “magica”:
https://www.youtube.com/watch?v=Ka4-zCjSW6U&feature=youtu.be (Vesuvia)
https://www.youtube.com/watch?v=rgLZqan66ek&feature=youtu.be (Cammen)
https://www.youtube.com/watch?v=uoWB12rZaGQ (Le 4 giornate di Napoli)