“Da qualche giorno è partita con vigore sui social network una iniziativa di carattere popolare per la riapertura della funicolare Mercogliano-Montevergine chiusa ormai da oltre un anno. L’idea di richiamare l’attenzione della comunità irpina e dei mass media sulla situazione dell’impianto di risalita, parte dalla constatazione che la chiusura della funicolare, insieme alla congiuntura economica generale, sta fortemente penalizzando un interland che, da sempre, ha basato la sua economia sul turismo e sul richiamo esercitato dal Santuario della Madonna di Montevergine. Il tam-tam della rete, chiama a raccolta il popolo irpino per una simbolica salita a piedi – la juta – al Santuario di Montevergine, uno dei più importanti centri di vita monastica benedettina in Campania, basandosi su una tradizione religiosa e popolare che si perde nella notte dei tempi, agli albori della fondazione del monastero ad opera, secondo la leggenda, di San Guglielmo da Vercelli e del suo lupo nell’Anno Domini 1119, con la costruzione di una chiesetta consacrata alla Vergine sul sito di un più antico tempio pagano dedicato alla Dea Cibele. Niente di meglio dei richiami più tradizionali e folkloristici per tentare di ricompattare la comunità di mercoglianese ed irpina su temi importanti per la ripresa economica ed il rilancio turistico delle aree interne della Campania. La funicolare ha rappresentato, sin dalla sua attivazione il 23 maggio 1956, un’occasione di sviluppo. La possibilità di raggiungere il Santuario in soli sette minuti, infatti, ha da sempre spinto i pellegrini a sostare alle falde del Partenio per poi partire in funicolare verso i 1.250 metri, incentivando in paese il commercio la eno-gastronomia ed il settore alberghiero. L’infrastruttura stessa, d’altro canto, rappresenta un’opera di ingegneria da ammirare: tra le sette funicolari della Campania (compresa quella non più esistente del Vesuvio) quella di Montevergine presenta la maggiore lunghezza ed il maggior dislivello tra le due stazioni estreme; quanto poi a pendenza essa è addirittura la seconda in Europa. La data scelta per l’evento è il 23 novembre, data carica di simbolismo, sia per il legame con un evento tragico per la comunità irpina, ma soprattutto perché il numero 23 sembra indissolubilmente legato alla funicolare Mercoglianese: nel ’23 fu approvato il progetto dal Ministero dei Lavori Pubblici; il 23 maggio 1956 fu inaugurata; il 23 aprile 1966 fu riaperta dopo un periodo di chiusura; il 23 maggio 1981 fu riaperta dopo un nuovo fermo; il 23 aprile 1983 l’impianto passò in proprietà alla Regione Campania.nL’evento, quindi, vuole richiamare l’attenzione di tutti per chiedere, con forza, la riapertura dell’impianto, chiuso dal 13 ottobre 2012, e scongiurarne la definitiva chiusura con la morte di un sogno che gli avi con la loro tenacia resero realtà”.
Modestino Ferraro – cittadino mercoglianese