Sabato 3 settembre, ad Aterrana di Montoro (Avellino), a partire dalle 18.30, si terrà la manifestazione dal titolo “Le voci delle pietre”, promossa dall’associazione Aterrana Ater Iuanua. A condurre la serata sarà la poetessa Antonietta Gnerre. Si parte alle 18.30 con una serie di monologhi itineranti nei cortili, a cui seguirà la visita al borgo e il monologo finale nella piazzetta Montevergine. L’intero paese sarà animato da attori ed attrici che, attraverso la seduzione della parola, faranno riscoprire ai visitatori gli angoli nascosti di un luogo magico. Un gruppo di bambini del posto si riunirà nell’Anfiteatro per dare voce ai versi dei principali poeti italiani tratti dall’antologia “Aterrana”. Nel cortile Terlizzi, l’attore Carmine Iannone reciterà passi di “L’uomo che non voleva morire” della scrittrice Licia Giaquinto. Nel cortile Rocco, invece,Margherita Rago sarà protagonista de “La Pazza”, ovvero “La donna che parlava con i morti”, sempre di Licia Giaquinto, mentre nel cortile del Pozzo ci sarà Angelo Sateriale con “In Turnate”. In piazzetta Montevergine, Elisabetta Aloia reciterà “La Ianara”, liberamente tratto dall’omonimo volume di Licia Giacquinto edito per Adelphi. Tutti gli eventi saranno accompagnati dalle note della violinista Maria Pia De Stefano. La serata si concluderà poi con un buffet offerto dall’associazione.
Anima dell’iniziativa, che mira a salvare dall’abbandono un borgo storico in cui le varie epoche si accavallano ancora, le une sulle altre, sulle facciate dei suoi edifici, è proprio la scrittrice Licia Giaquinto, che è nata tra vicoli, casette in pietra con scalini esterni, balconcini dallo stile barocco, cortili con antichi pozzi, finestre squadrate da cornici di pietra, chiesette semplici capaci di caratterizzare uno scenario che sembra aver scavalcato i secoli e la modernità. “L’obiettivo – racconta – è quello di far conoscere questo bellissimo borgo dove ho trascorso la mia infanzia libera e di spingere le amministrazioni locali a recuperarlo perché, debitamente restaurato, potrebbe diventare un grande attrattore turistico, grazie ai boschi che lo circondano, ai sentieri per gli amanti del trekking, alle sue antiche corti che si prestano ad ospitare manifestazioni ed eventi culturali ed enogastronomici. E’ un luogo incantato che va salvato ad ogni costo”.
Ed è anche il luogo che ha ispirato molte delle opere della scrittrice che oggi vive tra Bologna ed Amalfi: Fa così anche il lupo per Feltrinelli; La Ianara per Adelphi e La Briganta e lo sparviero per Marsilio. A lei è andato recentemente il premio Phenomena per l’impegno da sempre profuso nel salvare la sua cultura arcaica dall’oblio e dall’abbandono. “L’agonia di questo paese è cominciata già prima del terremoto del 1980 che non ha fortunatamente distrutto quasi nulla, ha solo sfiorato le case. Ma si sono state varie speculazioni ed è mancata da parte delle amministrazioni che si sono succedute una visione in prospettiva. Quindi anziché recuperare il borgo si è preferito costruire nuovi edifici. E il resto ha iniziato a perdere pezzi. I tetti a cadere, i soffitti a crollare e così poco a poco la gente ha preferito spostarsi e trasferirsi in nuove costruzioni che io chiamo bubboni sulla crosta terrestre – continua Giaquinto – Occorre restituire a questo paese bellissimo circondato da boschi la sua dignità e la sua bellezza. Ma ad oggi nessuno se ne occupa. Tra un po’ diventerà un rudere ed è profondamente ingiusto. Per questo ho voluto costituire un’associazione per tentare di salvare le mie origini. Siamo a 15 chilometri da Salerno, a meno di mezz’ora da Paestum e dalla costiera amalfitana. Aterrana si trova in una posizione strategica per visitare anche il Cilento e l’alta Iripinia, nel mezzo di una natura rigogliosa. Invito tutti gli amanti dei borghi a partecipare a questa manifestazione culturale dedicata alle pietre che hanno assimilato al loro interno le voci degli abitanti che hanno vissuto qui. Voci risalenti al mesolitico, con una storia antichissima da raccontare”.