Sono diverse le realtà – sia urbane che rurali – che, in questo momento, puntano con forza su ciò che potremmo identificare col termine “turismo tematico”. Stiamo parlando di eventi ben delineati che creano una simbiosi inscindibile tra una specifica area territoriale e una particolare manifestazione celebrativa.
Questo è stato il tema centrale del webinar organizzato dal FAI di Avellino: “Il Carnevale in Irpinia come motore di arte e turismo”, e che ha visto la partecipazione del vicesindaco di Castelvetere sul Calore, Giuseppe Lazazzera, e di Debora Vena, dell’associazione “Il sorriso di Daniel”, oltre che della Capo Delegazione del FAI di Avellino, Serena Giuditta.
In Irpinia la tradizione carnevalesca è molto forte e radicata: da Castelverde a Montemarano, passando per Forino e Serino, così come Bellizzi e Mercogliano. Molteplici realtà ma una sola inconfondibile storia che viene tramandata con passione e amore ogni anno per far rivivere arti e danze profondamente radicate nel tempo.
Il Carnevale Princeps Irpino nasce proprio da questa esigenza: creare tutti insieme un circuito di promozione turistica, con l’obiettivo di valorizzare e promuovere piccole realtà.
“Debora: si conferma con forza il legame tra l’Associazione “Il sorriso di Daniel” e il Carnevale Castelveterese. Una unione che trova radici profonde e che ti ha aiutato ad affrontare il dramma della perdita di tuo figlio, scomparso prematuramente a causa di una rara malattia metabolica”.
“A venti giorni dalla sua morte, ho deciso di mascherare un dolore, ma soprattutto per stare vicino ai bambini. In quanto castelveterese e per questo mio bisogno, volevo dare anche una gioia e un entusiasmo a tanti bambini. Il nostro scopo è quello di organizzare, ogni anno, qualcosa che abbia per protagonisti i bambini stessi e che tutto possa anche dare un senso all’associazione, per lanciare un messaggio. La nostra riproposizione propone di far diventare buoni i cattivi e cattivi i buoni. Nell’ultima edizione, ad esempio, Biancaneve diventava cattiva e i Nani erano otto. Inoltre, abbiamo ricreato la storia di Masha e Orso”.
“In questo momento tutto il settore turistico sta affrontando enormi difficoltà a causa dell’emergenza pandemica, quali sono le idee con cui l’associazione sta tentando di portare avanti questa tradizione?”.
“Noi non ci siamo fermati, neanche quest’anno. Nonostante la chiusura delle manifestazioni, abbiamo cercato di portare avanti la tradizione via web, in modo da far vivere il Carnevale in questa maniera. Abbiamo organizzato un contest, chiedendo a ciascun partecipante di mandarci un video. Il vincitore avrebbe partecipato alla tavola rotonda organizzata il giorno di Carnevale insieme alle altre associazioni. In tutto quello che facciamo, c’è il lavoro di tanti castelveteresi che lavorano giorno e notte per l’organizzazione del Carnevale. Noi ci dedichiamo al Carnevale dei bambini, perché riteniamo che essi, in futuro, saranno i custodi di questa tradizione”.
“Giuseppe, il Carnevale è una tradizione castelveterese ma è anche una tradizione che unisce numerose comunità irpine. Basti pensare a Mercogliano, a Bellizzi – solo per citarne alcune – come potremmo descrivere questo “legame carnevalesco” tra tutte le realtà irpine?”.
“Esistono tantissimi Carnevali, alcuni simili, altri con le proprie peculiarità. Quello di Castelvetere riesce a distinguersi dagli altri perché, accanto ai carri allegorici, in stile Viareggio, vi sono anche i balli tradizionali e il Carnevale per i bambini. Abbiamo la fortuna di avere altre tradizioni carnevalesche molto vicine geograficamente a noi, quali quelle di Montemarano e Paternopoli. Qualche anno fa, è stata organizzata una bellissima iniziativa, il Princeps Irpino che riuniva tutte le varie tradizioni irpine”.
“Giuseppe, il Carnevale Castelveterese si conferma una delle tradizioni più belle e radicate del territorio irpino. Una tradizione riconosciuta anche a livello nazionale; entrando di diritto tra i più importanti carnevali storici italiani”.
“Il nostro ruolo è quello di metterci al servizio delle tradizioni, della popolazione e delle persone che prendono parte a queste iniziative. Noi cerchiamo di fornire loro gli strumenti. Il Carnevale Castelveterese è stato anche inserito, recentemente, nell’Elenco dei Beni Immateriali della Regione Campania, un elenco che dipende direttamente dall’Unesco. Si tratta di un’esperienza a 360 gradi, dove il Carnevale si unisce all’enogastronomia, al divertimento e al coinvolgimento”.
“Giuseppe: argomento chiave, in quest’ultimo periodo, è quello relativo al Museo del Carnevale. Castelvetere ha partecipato al bando del Ministero dei Beni Cultarali proprio inerente i piccoli musei”.
“Devo dire che, in questo periodo di pandemia e difficoltà, si è aperto un faro importante sui piccoli musei. Noi abbiamo partecipato con il nostro Museo che ha l’obiettivo non solo di far conoscere il nostro carnevale, bensì di conservare anche le opere che vengono fatte nel corso degli anni. Lo scorso anno, è stato ospite Guerino Lovato, che ha riportato in auge il Carnevale di Venezia e ha restaurato la Fenice dopo l’incendio degli anni Ottanta. Ha realizzato le maschere dei film di Kubrick. Il senso del nostro Carnevale è quello di stare insieme, in un’ottica anche internazionale. Nell’ultimo Princeps Irpino, hanno partecipato anche tradizioni estere, come Rio de Janeiro o Vera Cruz. Speriamo di vederci coinvolti insieme ad altri Carnevali italiani”.
La chiosa è affidata a Serena Giuditta, Capo Delegazione FAI di Avellino: “Ringrazio i relatori e tutti i partecipanti al webinar di questa sera sul Carnevale in Irpinia. Seminare curiosità e conoscenza delle tradizioni del nostro territorio è il primo passo per dargli vitalità. La storia mostrata questa sera è solo un piccolo assaggio di quello che scopriremo insieme nelle prossime iniziative targate FAI. Vi aspettiamo come sempre numerosi e desiderosi di conoscenza e invitiamo i nostri sostenitori a seguirci sulle nostre pagine facebook e instagram, e al nuovo canale Telegram per sentirci sempre più vicini attraverso notizie in anteprima e contenuti extra.”