Sin dall’inizio della pandemia i cacciatori hanno sempre preteso, sostenuti da una parte del mondo politico, che l’attività venatoria rientrasse tra le “situazioni di necessità”. L’obiettivo era ottenere che, questa pratica pericolosa ed anacronistica, responsabile ogni anno della morte di milioni di animali, non di rado appartenenti a specie protette, ma anche di decine di esseri umani, venisse equiparata ad uno sport individuale. La caccia infatti non è certo tra le attività che possono essere definite necessarie, eppure è notizia di pochi giorni fa che la Regione Campania abbia scritto all’ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – chiedendo un parere sulla proposta di proroga del calendario venatorio regionale, per consentire di sparare, a specie diverse, oltre il 31 gennaio 2021.
Le associazioni ambientaliste ed animaliste del territorio hanno già contestato con forza, e continuano a farlo, le richieste provenienti dalle associazioni venatorie, chiedendo a tal proposito un incontro al presidente della Regione Campania. Ed in un periodo drammatico come quello che stiamo vivendo, anche il Comune di Agropoli non vuole “essere da meno”. Con delibera n. 253 del 19/11/2020, la Giunta Comunale ha concesso, in comodato d’uso gratuito, un locale di proprietà comunale all’associazione cacciatori E.P.S. sezione di Agropoli, “per poter continuare a svolgere ed esercitare le proprie attività associative”, si legge, in quanto a questa riconosce la promozione di “attività ricreative come la caccia”.
Il territorio del Cilento è devastato dalla piaga del randagismo. Mancano campagne di microchippature a tappeto, oltre ad ambulatori ASL in cui effettuare interventi di sterilizzazioni chirurgiche. Il contenimento del numero dei randagi è interamente a carico dei privati, che sopperiscono con le loro risorse alle mancanze degli organi preposti. Per anni i volontari del posto sono stati illusi con la promessa della realizzazione di un ambulatorio pubblico, affinché si iniziasse a porre seriamente un freno alla nascita di cani liberi e gatti di colonie, e la delusione nell’apprendere che, invece, locali comunali siano stati dati, senza alcun bando, in comodato d’uso gratuito per incentivare la caccia, è tanta.
Un triste e frequentissimo fenomeno diffuso anche del Cilento è quello dei tanti setter, segugi, spinoni e incroci vari che, sin dai primissimi giorni di apertura della stagione venatoria, sono già alla ricerca di nuovi compagni di vita umani perché abbandonati subito per la loro inattitudine alla caccia. È purtroppo ancora in uso, in una parte del mondo venatorio, l’usanza di “testare” le capacità del cane alla caccia prima di procedere all’inserimento del microchip e alla relativa iscrizione in anagrafe canina regionale; succede quindi che, all’apertura della stagione, si provino i cani sul campo: gli esemplari che superano la “prova del fuoco” saranno regolarizzati, mentre gli altri verranno, nella migliore delle ipotesi, abbandonati. Si tratta di cani che, giunti nei canili, si rivelano poi quasi sempre particolarmente timorosi nei confronti dell’uomo.
Pertanto si chiede al sindaco di Agropoli, Adamo Coppola, di concordare con le associazione animaliste del territorio la possibilità di svolgere il volontariato nel più produttivo dei modi, ovvero non in sostituzione, ma in collaborazione con le Istituzioni.