L’Avellino Calcio negli ultimi trent’anni
Negli ultimi trent’anni l’Avellino Calcio ha vissuto un’altalena costante tra Serie B e Serie C, ma ha anche dovuto arrendersi per ben due volte al fallimento della società, compreso quello del 2018 che ha costretto i campani a ripartire dalla Serie D. A distanza di 35 anni dall’ultima partecipazione, la nostalgia della Serie A s’è fatta sentire, in particolare al circolo della stampa di Avellino che in occasione dei 110 anni dalla nascita dell’US Avellino Calcio ha voluto ricordare il decennio d’oro degli anni ‘80.
A dispetto della nostalgia, resiste nel tempo il fattore Partenio, oggi denominato Partenio-Adriano Lombardi in onore dell’ex capitano biancoverde, il quale ancora oggi continua ad esercitare il suo peso in classifica. La squadra campana infatti, nelle prime 13 partite casalinghe del 2022/23, ha subito una sola sconfitta e incassato appena 6 reti. Anche i risultati parziali finali parlano chiaro: 5 V/V (vittoria/vittoria), 5 N/N (pareggio/pareggio) ed una sola occasione in cui l’Avellino ha chiuso i primi 45’ in svantaggio.
Ma adesso ripercorriamo le tappe principali del decennio d’oro, evidenziando soprattutto gli straordinari risultati ottenuti al Partenio anche contro le big di Serie A.
Dal purgatorio della Serie C alla promozione in Serie A del ‘78
L’ascesa dell’Avellino Calcio si può far risalire a due eventi cruciali: l’imprenditore Antonio Sibilia che diventa presidente della società nel 1970 e l’inaugurazione del Partenio nel 1971. Sibilia si distinguerà per essere un presidente carismatico e a dir poco vulcanico, mentre il Partenio si rivelerà il fortino inespugnabile dove i biancoverdi costruiranno salvezze sofferte e grandi successi.
Nei primi anni ‘70, l’Avellino milita ancora in Serie C, all’epoca considerata un vero e proprio purgatorio, in quanto la promozione in B era garantita solo alla vincente del torneo.
Nella stagione 72/73 però, l’Avellino e il Lecce danno vita ad un vero e proprio testa a testa per il primato, che si conclude con lo scontro diretto del 27 maggio 1973, aggiudicato dai campani grazie ad un rigore di Nobili. Arriva così la prima storica promozione al campionato cadetto! In Serie B arrivano tre salvezze sofferte e costruite tutte al Partenio, in particolare nella stagione 76/77, dove lo stadio viene espugnato solo dal Pescara e in casa arrivano 30 dei 38 punti complessivi. La stagione 77/78 è quella della svolta e, complice l’arrivo in panchina del giovane Paolo Carosi, arrivato dalla primavera della Lazio, la squadra campana conquista una inaspettata promozione in Serie A.
“Questa squadra, l’Avellino, è la più bella realtà del calcio di provincia della storia italiana.” Gianni Brera, La Domenica Sportiva, 1980
I dieci anni consecutivi di Serie A e il fattore Partenio
L’impatto con il massimo campionato italiano non è dei migliori, infatti nelle prime tre giornate arrivano altrettante sconfitte. Ma alla 4^ giornata arriva il debutto al Partenio (saltata la prima casalinga a causa della ristrutturazione in corso) con una vittoria per 2-0 contro il Verona. Sono i primi 3 punti in Serie A della storia dell’Avellino! Al Partenio inoltre, arrivano 18 dei 26 punti complessivi e devono arrendersi la Juventus, fermata sullo 0-0, ed Inter e Milan, sconfitte entrambe per 1-0. Nella stagione 79/80, sulla panchina viene confermato Marchesi e l’Avellino, dopo 22 giornate è addirittura terzo in classifica, a pari punti con Milan e Juventus. Il Partenio si dimostra ancora una volta inespugnabile, infatti proprio i rossoneri e i bianconeri vengono sconfitti 1-0, mentre l’Inter deve accontentarsi di uno 0-0. Dopo un biennio martoriato dallo scandalo scommesse e dal terremoto in Irpinia, Sibilia affida la squadra al tecnico Vinicio e acquista il portiere Tacconi più l’attaccante brasiliano Juary. La salvezza viene conquistata a fatica e ancora una volta grazie al fattore interno, infatti, gli avellinesi nel momento più difficile, infilano in 7 partite al Partenio 5 vittorie e 2 pareggi (un solo goal subito).
Negli anni successivi restano indimenticabili le vittorie per 3-0 nel derby contro il Napoli e il 4-0 contro il Milan. Nella stagione 84/85, al Partenio vengono inoltre fermate sullo 0-0 Roma, Milan, Juventus e Inter, mentre il Verona che vincerà lo scudetto, viene sconfitto per 2-1. Anche il Napoli di Maradona, nella stagione dello scudetto 86/87, deve accontentarsi di un pareggio a reti inviolate sul campo difficile dell’Avellino.
In dieci anni di Serie A, dalla squadra irpina passano grandi giocatori come Di Somma, Vignola, Favero, Colombo, De Napoli, Diaz (l’unico giocatore irpino a raggiungere le 10 reti in Serie A) e Dirceu, ma anche l’allenatore Ottavio Bianchi, protagonista ad Avellino della miracolosa salvezza 83/84, prima di passare alla guida del Napoli, dove vincerà invece il primo scudetto della storia dei partenopei. Nella stagione 86/87 gli irpini chiudono il campionato all’8^ posto, ma l’anno successivo devono arrendersi ad una retrocessione inaspettata in Serie B e da cui non riusciranno più a risalire nel massimo campionato italiano.