a cura dell’Avv. Vincenza Luciano
Cosa rischiamo per l’acquisto di un bene contraffatto?
Esiste un mercato illegale, molto fiorente, di borse, scarpe, cinture, occhiali, orologi, abiti in apparenza “griffati” nella realtà tutti rigorosamente contraffatti.
Le persone, infatti, sono invogliate a comprare beni di lusso, anche quando non hanno i soldi. In che modo? Attraverso l’esibizione di quello che si può avere pur non avendo i soldi:
“Non hai abbastanza soldi per comprare una borsa di Louis Vuitton? Comprane una finta!”
Non c’è più bisogno di recarsi nel mercato di una certa zona della città per farlo. L’esibizione avviene sui social network. Il neonato Facebook Marketplace, poi, è una bancarella del falso a cielo aperto. Dove si vendono prodotti contraffatti simpaticamente etichettati come “parallelo” https://www.google.it/amp/s/www.dday.it/redazione/25625/i-prodotti-falsi-su-amazon-ci-sono-come-ci-sono-su-facebook-e-ebay-il-marcio-si-nasconde-nei-marketplace.amp Al potenziale cliente non resta altro che contattare, stando seduto comodamente sulla poltrona di casa, il “rivenditore”, attraverso ad esempio Whatsapp o Messenger, per definire i dettagli della vendita. Eseguito il pagamento, dopo pochi giorni arriva l’autentica falsa cintura di Gucci; insieme all’illusione di far parte del patinato mondo dei vip, e meno vip, che ostentano beni di lusso su Instagram!
Se l’acquisto è stato fatto per uso personale non incorriamo in nessun reato. In tal caso ce la caviamo, nella peggiore delle ipotesi, con una multa. Se invece acquistiamo un bene contraffatto
per rivenderlo rischiamo di essere processati per il reato di ricettazione, ove consapevoli di aver acquistato un bene contraffatto.
Così come possiamo essere accusati del reato di incauto acquisto, se invece non abbiamo accertato la legittima provenienza del bene per negligenza o imperizia. La differenza tra i due reati sta nell’elemento psicologico: nel primo caso si viene puniti a titolo di dolo (perché si è agito con cognizione di causa), nel secondo a titolo di colpa (non c’è la volontarietà dell’evento, che si verifica a causa di negligenza o imprudenza o imperizia, ovvero per inosservanza di leggi … ).
Va segnalato tuttavia che il reato di ricettazione, per un orientamento giurisprudenziale, scatta anche se il prodotto viene acquistato per essere poi “regalato”. È il caso, ad esempio, del padre che viene trovato in possesso di una borsa contraffatta da regalare alla figlia e che rischia di essere processato solo perché il bene non serve personalmente a lui.
Va detto, infine, che esiste un’altra ipotesi in cui l’acquisto di merce contraffatta non integra gli estremi di alcun reato: è quello del falso grossolano, cioè della contraffazione talmente evidente da non poter ingannare nessuno. Per dovere di precisione, però, va detto che in alcune isolate pronunce giurisprudenziali si è sostenuta l’opinione diversa, ritenendo punibile anche la contraffazione evidente https://www.google.it/amp/s/www.laleggepertutti.it/116716_se-compro-una-borsa-o-un-orologio-contraffatto-commetto-reato/amp.
Ma allora conviene davvero comprare un bene contraffatto?
I soldi li spendiamo lo stesso – è evidente – per avere, tuttavia, un qualcosa che non è originale bensì solo una “replica”. E la copia di un bene davvero ci rappresenta? È indicativa della nostra personalità? E realmente ci inserisce di diritto nel mondo delle star? La copia di un bene di marca non ci assicura nulla di tutto ciò. Ad un prodotto contraffatto, pertanto, è sempre preferibile l’acquisto di un oggetto artigianale italiano. Ne giova la nostra economia e anche l’immagine di autenticità che trasmettiamo agli altri.